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Black Mirror (2016), la recensione della stagione 3, tra social network e haters

09/06/2017 09:00

Maurizio Encari

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Black Mirror (2016), la recensione della stagione 3, tra social network e haters

Rappresenta molto più che un monito di finzione, la stagione 3 di Black Mirror

Rappresenta molto più che un monito di finzione, la stagione 3 di Black Mirror: una naturale e progressiva evoluzione, la maturità artistica delle due già geniali stagioni precedenti

Con l'acquisizione da parte di Netflix, che ora ne detiene l'esclusiva, la creatura britannica inizialmente partorita da Charlie Brooker si è fatta sempre più lucido specchio di una contemporaneità aggiornata a un prossimo futuro in cui l'elemento tecnologico, di qualsiasi tipo si tratti, ha condotto l'umanità verso lidi inaspettati e, nella maggior parte dei casi, inquietanti.

Come sempre basati su una struttura antologica e narrativamente - ma non tematicamente - indipendente, i sei episodi della scorsa annata hanno offerto spunti originali e diversificati, andando a indagare nei sottoboschi del Cinema.

 

Il tutto per raccontarci, attraverso una durata da mediometraggio (minutaggio che si assesta sull'ora, tolto il più lungo tassello finale), un possibile domani che verrà. Difficile riunire in un'analisi complessiva le varie anime dei distinti capitoli di quest'apocalisse disumanizzante, perciò dedicheremo a ognuno un resconto più o meno approfondito per chi volesse godere anche solo parzialmente della visione.

Caduta libera

In un prossimo futuro (inizio che sentirete spesso nella totalità di quest'articolo) le relazioni sociali sono basate sul numero di like e sulla media dei voti ottenuta da parte degli iscritti di un avveniristico e globale social network, presente praticamente in ogni dove. L'accesso a determinati luoghi o la promozione per un determinato lavoro sono infatti determinati dal gradimento ricevuto dal richiedente, relegato ai più bassi gradi della società qualora abbia un punteggio troppo basso.

Una vera e propria ossessione per la bella Lacie (una splendida Bryce Dallas Howard) che, per acquistare una nuova casa, deve aumentare di poco il suo già ottimo risultato di 4.5 (su 5). La fortuna sembra venirle incontro quando viene invitata a partecipare come damigella d'onore al matrimonio di una sua vecchia compagna di scuola, ora al picco della popolarità. Il primo episodio mette già in chiaro l'amarezza profonda di questa nuova stagione, mutando progressivamente la sua struttura da falsa commedia futuristica in una profonda riflessione sulla mania dei social network dove - ormai, già oggi - i mi piace e i commenti positivi sono visti come un traguardo da raggiungere.

 

In una realtà però dominata da questi fattori qualsiasi passo falto può rivelarsi fatale e la scia di errori e disavventure capitate alla protagonista ne mostrano ben presto il lato oscuro, riportando alla luce nella maniera più dolente e sincera il vero significato dei rapporti umani.

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Giochi pericolosi

Sconfina nell'horror il secondo episodio, con atmosfere thrilling e di suspence, che indagano anche in quest'occasione sui pericoli legati alla rincorsa tecnologica, in questo caso riguardani la realtà virtuale. Cooper, turista americano in un viaggo sabbatico intorno al mondo, si trova a Londra quando scopre che la sua carta di credito è stata clonata lasciandolo momentaneamente sul lastrico. Per racimolare qualche soldo decide di iscriversi a un videoludico progetto sperimentale nel quale gli verrà impiantato un microchip dietro il collo.

Con questo innesto, il ragazzo dovrà trascorrere, in cambio di un lauto pagamento, una nottata in un'antica villa situata nei pressi dell'azienda: lo scopo sarà quello di resistere il più a lungo possibile alle allucinazioni virtuali che il chip comincerà a mostrargli. Ben presto però l'esperimento si trasforma per Cooper in un vero e proprio incubo a occhi aperti con illusioni che, benché non fisiche, cominciano a mettere a repentaglio la sua sanità mentale.

 

Una casa abbandonata fa da sfondo a un immaginario orrorifico che parte piano, con l'arrivo di ragni di modeste dimensioni, salvo poi insinuarsi un vero e proprio vortice di follia in cui verità e finzione assumono contorni sempre più labili, dando alla luce un susseguirsi di soprendenti colpi di scena atti, nell'esasperato tourbillon finale, a terrorizzare per il modo in cui l'essere umano diventa semplice cavia da laboratorio ai fini di un complesso processo di disumanizzazione della realtà.

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Zitto e balla

Internet si erge ancora a spauracchio di questa puntata, con tutti i pericoli che già nel contemporaneo il mondo del web nasconde dietro la facciata. L'adolescente Kenny è un ragazzo timido e introverso, che lavora come cameriere in un piccolo ristorante. Un giorno scopre che, per via di un utilizzo scriteriato da parte della sorella, il suo computer portatile è stato infettato da un malware. 

Il virus, che il ragazzo pensa di aver cancellato, è in realtà ancora presente quando questi si masturba proprio davanti alla camera dell'apparecchio; pochi minuti dopo Kenny riceve una mail da un mittente misterioso che sostiene di essere in possesso del filmato "compromettente". Ha così via un ricatto affinché il video non venga diffuso online: il giovane dovrà seguire alla lettere le istruzioni recapitate al suo cellulare, apparentemente all'inizio scollegate da qualsiasi motivo logico. Il colpo di scena finale dona una forza istintiva e primigenia all'episodio, rivelazione che ribalta parzialmente vittime e colpevoli di questo folle gioco destinato al massacro cui vengono sottoposti i protagonisti (a Kenny si aggiungerà a breve un uomo di mezz'età invischiato nella stessa situazione, interpretato da Jerome Flynn, Bronn de Il Trono di Spade).

 

Una progressione in crescendo degli eventi in una corsa adrenalinica all'ultimo secondo, con momenti di alta tensione emotiva (la rapina cui sono obbligati i personaggi) che trova nella succitata rivelazione un mezzo per mettere alla prova la morale dello spettatore.

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San Junipero

La nota che non ti aspetti, una goccia di possibile felicità in un oceano di amarezza. Qui la serie scopre il suo lato più potenzialmente gioioso e malinconico esplorando una storia d'amore dai toni apparentemente classici, sconquassati nelle propria fondamenta dal geniale cliffhanger che ha luogo nella seconda metà e che colloca, pur in toni più leggeri ed emozionanti, l'episodio sulla scia tematica degli altri. Una vicenda che ha inizio negli anni '80 nella cittadina in cui ha sede un locale notturno: è proprio qui che si incontrano la timida ed introversa Yorki e la più spregiudicata Kelly, due ragazze tra le quali dopo le titubanze iniziali nasce un sentimento di forte passione.

La prima però è prossima al matrimonio e le giovani possono incontrarsi solo di sabato sera prima che scada la mezzanotte. Ci fermeremo qui nella descrizione della sinossi senza svelare il mistero che regna nella città del titolo, lasciandovi il piacere della scoperta. Certo è che, mai come in quest'occasione Black Mirror, era riuscita a scaldare il cuore con una love-story così intensa e romantican fuori dal tempo e dallo spazio, perfetta macchina emotiva che non disdegna passaggi più profondi e complessi sul reale signfificato dell'esistenza e che non lascia indifferenti grazie anche a una messa in scena dosata che sfrutta al meglio la bravura e la bellezza delle due protagoniste e una colonna sonora ad hoc in cui svetta, ritornante, una hit degli eighties quale Heaven is a place on Earth di Belinda Carlisle.

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Gli uomini e il fuoco

Come si combatterà la guerra del futuro? E che tipo di guerrà sarà? Sono queste le lucide domande poste dal quinto episodio della terza stagione, gradito omaggio al cinema di genere che si ammanta di forti connotazioni sociali e psicologiche. La narrazione è incentrata su Stripe, giovane soldato prossimo alla sua prima missione, con l'obiettivo di eliminare un gruppo di esseri umani vittima di orribili mutazioni: i Parassiti, rei nella loro nuova forma di razziare le risorse dei villaggi. Ogni soldato è dotato di una "maschera", un chip che amplifica con soluzioni tecnonologiche le abilità belliche e visive. Stripe diventa vittima di inquietanti sogni dopo che, durante lo scontro con uno dei parassiti, un oggetto misterioso in possesso del nemico sembra aver interferito con il suo "sistema".

L'episodio inizia come un classico ibrido tra action/sci-fi e zombie movie, con soluzioni che paiono standardizzarsi sulle ali più ludiche dei sovracitati filoni.

 

Ma ben presto la storia comincia a mettere in moto i germi del dubbio che esplodono nell'inaspettato colpo di scena di metà visione, ponendo lo spettatore in una situazione empatica a mettersi nei panni del protagonista di fronte, nel finale, ad una difficile scelta. A spaventare maggiormente però non sono tanto i nuovi mezzi utilizzati nel campo bellico quanto bensì il volto predestinato del nuovo nemico, segno che in questo futuro distopico ma non troppo nessuno può sentirsi davvero al sicuro.

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Odio universale

Soprannominati haters nel mondo della rete, veri e propri portatori d'odio: coloro che, dietro alla sicurezza di una tastiera, non si fanno problemi a insultare o augurare la morte a individui finiti, per ingenuità o stupidità, nel tritacarne di internet. A questa piaga, sempre più espansa nel mondo del web, è dedicato il capitolo finale della terza stagione di Black Mirror, il più lungo come minutaggio (circa un'ora e mezza). Capitolo in cui, prima una giornalista e poi un cantante rap, finiscono nel mirino dell'opinione pubblica per via di dichiarazioni giudicate sgradevoli e infelici dall'opinione pubblica. Quando però entrambi perdono la vita in circostanze misteriose, dopo aver palesato fortissimi dolori al cervello, le indagini della detective Karin Parke e della più giovane collega Blue Colson si indirizzano verso la società che ha creato le IDA, una sorta di versione automizzata delle api atte a sostituire la reale specie ormai estinta in questa prossimo futuro. Proprio due modelli drone degli insetti sono infatti stati trovati nel corpo delle vittime.

Questo tassello finale della stagione offre una doppia riflessione: il primo riguardante l'estinzione delle api; il secondo, preponderante nella sua inquietante veridicità, inerente per l'appunto la tematiche dell'odio che si diffonde senza filtri sulla rete. La possibilità di poter eliminare chiunque risulti antipatico tramite un messaggio sui social network, con tanto di top giornaliera in cui il primo classificato risulterà essere la prossima vittima, assume connotati macabri e assai spaventosi soprattutto se contestualizzati al nostro già contemporaneo.

Una sorta di legge del contrappasso, che ha luogo nella parte finale, come una giustizia divina che punisce anche oltre le reali colpe, offre la perfetta chiusura del cerchio di un insieme così demonizzante.

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