Cinematograficamente parlando, poche cose sono ancora in gradi di sorprenderci, di lasciarci spiazzati, disorientati e senza punti di riferimento. Tra questi vi sono i film di Gaspar Noé. Nelle sue pellicole il regista franco-argentino frulla, senza soluzione di continuità, suggestioni prese da ogni dove (altri film, libri, poesie, esperienze personali, influenze artistiche e quant’altro), le fa sue, le rielabora e poi le trasforma in immagini.
Quello che arriva allo spettatore non è sempre chiaro: molto spesso è un mix tra la classica narrazione cinematografica e la videoarte. Suggestioni, appunto, molto spesso forti (quasi estreme) in grado di spingere più in là lo spettatore, ma solo se questo è disposto a lasciarsi trasportare e avvolgere dalla poetica di Noé. In un panorama cinematografico sempre più basato sul riciclo delle idee, su blockbuster svuotati da ogni emozione e su effetti speciali esagerati, autori come Gaspar Noé sono un bene prezioso da preservare e difendere.
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Prendiamo il suo ultimo lavoro, Lux Æterna, presentato nel 2019 al Festival di Cannes. Non è nemmeno un film, ma un mediometraggio di circa 50 minuti che però è un concentrato di cinema allo stato puro. Quasi una dichiarazione d’amore. Il film inizia con una citazione di Dostoevskij: «Siete tutti in buona salute, ma non potreste mai immaginare la suprema felicità che prova l’epilettico un’attimo prima della crisi». Nel corso nella pellicola ci saranno altre citazioni improvvise, il cui significato diventerà chiaro, quasi rivelatorio, allo spettatore più attento solo a fine visione.
Noé inizia con una piccola parentesi sulla storia della stregoneria, poi passa al dialogo tra Béatrice Dalle e Charlotte Gainsbourg davanti a un caminetto: parlano di cinema, di esperienze lavorative, di sesso, droghe, ma soprattutto della centralità della figura della donna tanto al cinema, quanto all’interno della nostra società.
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Sedute una accanto all’altra, eppure riprese in split-screen mentre dialogano, preparandosi alla scena che da lì a poco dovranno girare, la prima come regista, la seconda nei panni di una strega bruciata sul rogo. E dopo questo preambolo inizia a subentare la frenesia del set, l’accumulo di personaggi.
Noé introduce un discorso metacinematografico in cui non si capisce dove sia il confine tra finzione e realtà.
Alcuni attori interpretano se stessi, altri una parte; alcuni si chiamano con il proprio nome, altri con quello dei loro personaggi. Poi c’è un regista che vuole parlare con Charlotte Gainsbourg del suo prossimo film e, da come lo descrive, sembra proprio quello che stiamo vedendo noi spettatori. In più ci sono telecamere ovunque, puntate come occhi indiscreti.
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Tutto questo ci viene raccontato con un abbondante uso di split-screen che duplicano o triplicano la narrazione, mostrandoci scene che si svolgono in luoghi differenti e dialoghi che si sovrappongono uno all’altro, bombardando lo spettatore di immagini e costringendolo a scegliere quale narrazione seguire.
Lux Æterna sembra un film da 90 minuti per quanto è denso e stratificato, ma montato in modo tale da rientrare sotto l’ora di durata. Il film accelera, si impenna, fino alla sequenza finale, quella in cui finalmente verrà girato il rogo di cui stiamo parlare da ormai 40 minuti. Ma qualcosa va storto, s’inceppa, e il film esplode in una Lux Æterna appunto. Martellante, ossessiva, prolungata sino allo sfinimento: diventa a un certo punto insopportabile, insostenibile. Fino a costringerci a guardare altrove.
La Lux Æterna del titolo si contrappone alla Lux Obnubilata del testo alchemico di Crassellame: una luce eterna che illumina l’uomo e lo oblubila allo stesso tempo. Ma è anche la luce del cinema, la potenza delle immagini che prendono vita e l’influenza che esse hanno sullo spettatore, illuinandolo e confondendolo.
È questo ciò che vuol dirci Noé? Impossibile saperlo con certezza. Ma il suo cinema è così e non ce ne sarà mai abbastanza per appagarci.
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Genere: drammatico
Titolo originale: Lux Æterna
Paese, Anno: Francia, 2019
Regia: Gaspar Noé
Sceneggiatura: Gaspar Noé
Fotografia: Benoît Debie
Montaggio: Jerome Pesnel
Interpreti: Charlotte Gainsbourg, Béatrice Dalle
Colonna sonora: Pascal Mayer
Produzione: Wild Bunch
Durata: 50'