Che cosa definisce un artista? Le sue opere? Il suo stile? Il messaggio che vuole veicolare al pubblico? Oppure la sua visione d’insieme? La risposta, probabilmente, è in equilibrio tra tutte queste domande. Perciò alziamo il livello di difficoltà: Zack Snyder è un artista?
Non un regista, non una maestranza pagata per portare sullo schermo un film che riempia due ore e incassi un miliardo di dollari, ma un artista con un’idea ben chiara in testa, che accetta pochi compromessi pur di portarla a termine e donarla al pubblico. Se lo chiedete a chi sta scrivendo la risposta è sì, già da diverso tempo. Ma dopo aver visto lo Snyder Cut della Justice League, non resta più ombra di dubbio.
Ogni film di Snyder costituisce un tassello fondamentale, un’evoluzione, come se tutto fosse finalizzato ad arrivare a questo momento. Era il sogno della sua vita donare epicità agli eroi DC? Probabilmente sì, a giudicare dal risultato che abbiamo finalmente la possibilità di ammirare.
Snyder non ha mai nascosto la sua passione per i fumetti, dimostrando dimestichezza con le tavole inchiostrate sin dal 2006, quando elesse 300 a manifesto del suo cinema. «Prima che questa guerra sarà finita dimostrerò che anche un Dio Re può sanguinare», ringhia Leonida in faccia a Serse. «Dimmi, tu sanguini?», chiederà Batman all’ultimo figlio di Krypton 10 anni più tardi.
L’estetica coatta. La capacità di portare sullo schermo scene d’azione colossali, al punto che la tensione, lo sforzo e l’annichilimento diventano tangibili. Alla fine di L’Uomo d’Acciaio è impossibile non sentirsi impotenti davanti a tutta quella distruzione, arrivando a empatizzare con Bruce Wayne all’iniizio di Batman v Superman mentre assiste emotivamente nudo al crollo di Metropolis. Nessuno (e ribadisco nessuno) ha mai osato così tanto nella rappresentazione cinematografica di un fumetto.
Nessuno ha mai trasposto in maniera così limpida il senso di annichilimento di noi poveri umani davanti a un potere così sconfinato, talmente vasto che non sappiamo nemmeno come interpretarlo (e non è un caso che la sola chiave di lettura applicata nel film sia Kal-el = Gesù Cristo). Questa era la vera molla narrativa e chi si focalizza davanti alla scena di Martha vuol dire che non ne ha mai davvero colto l’essenza.
La Justice League era in qualche modo la chiusura del discorso iniziato con L’Uomo d’Acciaio: non un discorso articolato lungo 22 film e mille personaggi, ma un vero percorso concettuale fatto di tre tappe che fanno prendere coscienza al protagonista del suo vero essere. E mentre Supermen compie questo viaggio introspettivo, trascina Batman con sé: dov’è il confine tra giusto e sbagliato?
Tralasciando tutto quello che è successo dal punto di vista produttivo attorno a questo progetto, iniziato nel 2015 e concluso oggi, a praticamente 6 anni di distanza, la domanda che tutti si sono posti è: lo Snyder Cut è davvero un altro film rispetto a quello arrivato in sala? La risposta è no.
La scaletta della sceneggiatura è identica: ma se il cut di Joss Whedon durava 2 ore, compresi i titoli di coda ed era praticamente un suicidio, data l'enorme quantità dei personaggi e le dinamiche della storia che doveva mettere in scena, lo Snyder Cut dura praticamente il doppio, raccontando la stessa cosa.
La differenza sta nell’approccio, nella volontà di scavare in questi personaggi, di prendersi il tempo per poterceli presentare e farceli conoscere prima di buttarli tutti nella mischia a combattere. Perchè, al contrario di quel che si può pensare, il pubblico non vuole solo orge di CGI e botte da orbi, ma vuole empatizzare con i metaumani, immedesimarsi in loro e trionfare oppure cadere insieme se necessario. Ma non solo.
Snyder è un regista epico. La sua narrativa è filtrata molto di più da musica e immagini (Sucker Punch potrà anche essere un giocattolone misogino, ma l’intro sulla cover eterea di Sweet dreams è una cosa che ha pochi eguali nel cinema mainstream. Per non parlare dei titoli di testa di Watchmen) che dalle scene di dialogo: in questo senso la sua Justice League è un tripudio di scene mute, iniziando dal monumentale incipit di 10 minuti senza battute.
Un altro aspetto fondamentale è il respiro che viene dato a ogni scena. Se nel film di Whedon la fretta era nemica dell'epica a cui la storia aspira, nello Snyder Cut tutto questo viene ripagato. Un esempio su tutti: il flashback in cui Diana racconta la storia delle Scatole Madri si gonfia, trabocca di dettagli e inquadrature che ci fanno percepire le pose plastiche di un fumetto, ci lascia intravedere una dimensione più profonda, un universo più vasto popolato da moltissimi altri personaggi (non è nemmeno uno spoiler dire Lanterne Verdi). Magari prima o poi li vedremo ma, se anche non verranno approfonditi mai, non è un problema perché non è quella la storia che l’autore vuole raccontarci adesso.
E poi ci sarebbero davvero un sacco di altre cose da dire, ma finiremmo per attraversare la linea dello spoiler e un film come lo Snyder Cut non ha bisogno di questo. Va goduto dall’inizio alla fine, in una sola sorsata da quattro ore (oh, nessuno che si lamenta che duri più di The Irishman) che riempie i polmoni e appaga la nostra indole nerd.
Lo Snyder Cut della Justice League è un evento più unico che raro nella storia del cinema. Per lo stesso Zack Snyder è un modo di riscattarsi, gettandosi alle spalle una brutta faccenda iniziata con una tragedia personale. La dedica finale ne è la prova.
Ma non solo: è anche stato il primo e unico evento cinematografico che si è articolato lungo tutta la pandemia, arrivando in un momento in cui l’Italia è ancora in lockdown. È un film che avrebbe dovuto essere visto sullo schermo della Sala Energia del cinema Arcadia, con il sistema Dolby Atmos più potente d’Europa a fare vibrare la poltrona... e invece ci dobbiamo accontentare del salotto di casa. Eppure anche così è epico. Se poi lì fuori c’è una petizione per #releasethesnydercutpart2 per ripristinare l’idea originaria di un film sulla Justice League diviso in due parti... in molti vorremmo firmarla.
Genere: cinecomic, azione
Titolo originale: Zack Snyder's Justice League
Paese: USA, 2021
Regia: Zack Snyder
Soggetto: Jerry Siegel, Joe Shuster, Zack Snyder, Chris Terrio, Will Beall
Sceneggiatura: Chris Terrio
Fotografia: Fabian Wagner
Montaggio: David Brenner, Dody Dorn
Interpreti: Henry Cavill, Ben Affleck, Gal Gadot, Jason Momoa, Ezra Miller, Ray Fisher, Jared Leto, Amber Heard, Robin Wright, Amy Adams, Connie Nielsen, Diane Lane, Ciarán Hinds, Joe Manganiello, Willem Dafoe, J.K. Simmons, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Kiersey Clemons, Joe Morton, Harry J. Lennix, Peter Guinness
Effetti speciali: David Holt, Kevin Andrew Smith
Musiche: Tom Holkenborg
Produzione: Atlas Entertainment, The Stone Quarry
Distribuzione: Warner Bros.
Durata: 242'