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A Cannes 2021 vincono le donne (e i mostri)

19/07/2021 14:00

Samantha Ruboni

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A Cannes 2021 vincono le donne (e i mostri)

Cannes 2021 verrà ricordato per avere ridato dato speranza alla produzione cinematografica, ma anche come prima edizione in cui le donne hanno trionfato

Cannes 2021 verrà ricordato non solo per avere ridato dato speranza alla produzione cinematografica, ma anche come prima edizione in cui finalmente le donne hanno trionfato. Anche se non a tutti è andata giù.

Questa 74esima edizione del Festival di Cannes é stato un trionfo per le registe, finalmente! In 74 anni di festival l'unica autrice premiata era stata Jane Campion per il film Lezioni di piano, nel lontano 1993, riconoscimento diviso con Chen Kaige per il film Addio mia concubina.

Il momento è epico ed è un peccato che non tutti riescano a goderselo. Sono infatti arrivati puntuali i soliti critici - uomini - che evidentemente abitano in un altro mondo e in un'altra epoca a lamentarsi del complotto femminista, sempre dietro l'angolo.

 

La domanda nasce da sé: se i premiati fossero stati tutti uomini ci sarebbe stata la stessa polemica? La risposta la sappiamo già ed é no, visto che é semplicemente successo in ogni edizione precedente del Festival. Arriveremo al punto in cui cinque registe premiate in una manifestazione cinematografica diventerà la normalità ma, al momento, Cannes 2021 rappresenta una conquista per tutte e tutti. Non per i sostenitori del solito, fantomatico, politicamente corretto.

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La Palma d'Oro di Julia Ducournau

La regista e sceneggiatrice parigina Julia Ducournau ha vinto la Palma d'Oro con il suo Titane. «Un film di mostri», come lei stessa lo ha definito, un body horror che parla di corpi e di corpi femminili. Il tema era già protagonista di un altro film di Ducournau, Raw, dove il corpo diventava qualcosa di cui nutrirsi. Del resto è la regista stessa a dichiarare: «Quando faccio un film parlo prima al corpo degli spettatori che alla loro testa». 

Il mostruoso femminile, quindi, arriva in uno dei festival cinematografici più importanti del mondo, influenzato dai molti dibattiti attorno al corpo (femminile) e alla sua evoluzione. Così Ducournau parla del suo Titane: «Volevo creare un nuovo mondo che fosse l’equivalente della nascita dei Titani generati da Urano e Gea, il cielo e la Terra. Un’umanità forte perché mostruosa». E aggiunge:

«La mostruosità è un’arma, una forza per spostare i muri della normalità che ci separano. C’è tanta bellezza, emozione e libertà da scoprire e ringrazio la giuria che riconosce il bisogno, avido e viscerale, di un mondo più esclusivo e fluido. Grazie per aver lasciato entrare i mostri».

Con Titane, la regista francese porta a Cannes un horror in cui si sente l'eco di David Cronenberg - Crash, soprattutto - e di David Lynch. Non è un caso che Ducournau abbia chiesto alla sua protagonista Agathe Rousselle - modella, performer e fotografa - di imparare a memoria i monologhi di Twin Peaks.

Non solo Ducournau: le altre autrici premiate a Cannes

La regista croata Antonietta Alamat Kusijanovic ha vinto la Camera d'Or con il Murina, dramma familiare che rappresenta il suo esordio dietro la macchina da presa.  La regista non era presente alla premiazione perché il giorno prima aveva partorito il suo primo figlio: per lei, questo è sicuramente un grande anno.

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Il premio Un Certain Regard è andato a Kira Kovalenko con il film Razzhima Kulaki (Unclenching the Fists). E le donne si sono fatte valere anche nei cortometraggi: la Palma d'Oro dei corti va a Tango Ti con il suo Tian Xia Wu Ya (All the Cross in the World); menzione speciale per il corto Céu de Agosto (August Sky) della regista Jasmin Tenucci.

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