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Matrix (1999), la recensione del film delle sorelle Wachowski: il kolossal di fine millennio

20/12/2021 17:25

Marco Filipazzi

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Matrix (1999), la recensione del film delle sorelle Wachowski: il kolossal di fine millennio

Matrix non è solo l'ultimo grande film (si può usare la parola kolossal in questo caso?) di fine millennio, ma è IL film di fine millennio per eccellenza.

Matrix non è solo l'ultimo grande film (si può usare la parola kolossal in questo caso?) di fine millennio, ma è IL film di fine millennio per eccellenza.

 

Quello che ha messo il punto allo scorso secolo cinematografico. Quello che, nel 1999, ci ha detto: «Guardate che se la vostra paura più grande è il Millennium bug allora non avete capito proprio nulla!»​. Come abbiamo avuto modo di scoprire negli anni seguenti, Matrix non ha inventato nulla; piuttosto è andato in overdose di accumuli, parafrasi e declinazioni. 

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È figlio della paranoia di fine millennio, dell'isteria di massa e della paura verso il futuro e le nuove tecnologie: prima su tutti internet. Anche se, on il senno di poi, viene da chiedersi come 22 anni fa potessimo avere paura di un modem 56K!

 

Matrix è anche la sublimazione di una corrente filosofica e letteraria underground (il cyberpunk), nata almeno un ventennio prima e sdoganata dalle sorelle Wachowski al pubblico mainstream. Ma, alla fine, nonostante i loro buoni propositi (ma anche quelli dei vari Dick, Gibson e Orwell) il mondo è andato avanti esattamente in quella direzione: la tecnologia, che tanto ci faceva paura, è stata implementata e rivenduta alle masse come essenziale e necessaria. Quasi vitale. Insomma, a quasi un quarto di secolo dalla sua uscita, potremmo persino azzardarci a dire che la Matrice ha vinto.

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Su Matrix è già stato detto tutto e di tutto ma, spogliandolo da ogni sovrastruttura, da ogni declinazione e da ogni possibile interpretazione o metafora, l'essenza della parabola dell'Eletto è solamente una. Che cos'è Matrix? È un monito che ci ricorda che abbiamo sempre una scelta. 

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Thomas A. Anderson (Keanu Reeves) è un anonimo dipendente di un azienda informatica, che passa le sue notti al computer ed è «una celebrità tra gli hacker con il soprannome di Neo. Di fatto ha commesso ogni crimine informatico concepibile e attualmente perseguito».

Neo entra in contatto con altri hacker (o presunti tali) che gli rivelano che la nostra realtà altro non è che un programma generato da macchine. «È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità». Come se non bastasse, come shock, Neo scopre che lui è l’Eletto (non a caso Neo è l’anagramma di One), il solo in grado di salvare la razza umana dalla schiavitù delle macchine.

Matrix è il film protagonista del 12esimo episodio di Le Parti Noiose Tagliate, il podcast di Silenzioinsala.com che racconta storie di cinema. Per ascoltarlo clicca qui sotto, oppure cerca LPNT sulle principali piattaforme (incluso Spotify).​

Tutta la narrazione del film (anzi, dei film, perché i due sequel non fanno altro che sottolineare questo concetto) ruota attorno alle decisioni del suo protagonista. Ogni snodo narrativo mette Thomas Anderson davanti a un bivio e spetta solo a lui scegliere quale strada imboccare: la decisione di seguire il Bianconiglio (Neo è restio, prima di vedere il tatuaggio che lo porterà a incontrare Trinity), le decisioni marginali della vita quotidiana («O sceglie di sedersi alla sua scrivania in orario, o sceglie di cercare una scrivania da un'altra parte»), la decisione di fuggire dagli Agenti quando si presentano nel suo ufficio («Corri comunque un rischio, sta a te decidere», dice Morpheus).

 

Sino alla famigerata scena delle pillole: «Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più».

La scena in cui Neo incontra l’Oracolo, invece, altro non è che la sublimazione di questo percorso; ma al tempo stesso anche un tentativo di sparigliare le carte: un gioco di specchi in cui nello spettatore (quanto nel protagonista) viene insinuato il dubbio che il libero arbitrio in fondo non esista, sia solo l’ennesima illusione creata dalla Matrice. In un certo senso viene insinuato persino il dubbio che Neo possa non essere l'Eletto, bensì debba scegliere di esserlo. 

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E poi, ok: ci sono gli effetti speciali di John Gaeta, le coreografie marziali di Woo-Ping Yuen, la grafica cool, gli impermeabili in pelle, gli occhiali da sole e tutto quello che il film ha rappresentato nel bene o nel male per il cinema e la cultura pop.

 

Ma alla fine il messaggio fondamentale è uno e solamente uno: la scelta è sempre e solo nostra, come ci viene rimarcato a caratteri cubitali in un lapidario scambio di battute tra Morpheus e Neo poco prima che questo scopra la verità sulla sua esistenza. «Credi nel destino Neo?» «No». «Perché?» «Perché non mi piace l'idea di non poter gestire la mia vita».


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Genere: action, fantascienza, thriller

Titolo originale: The Matrix

Paese/Anno: Australia/USA, 1999

Regia: Lana Wachowski, Lilly Wachowski

Sceneggiatura: Lana Wachowski, Lilly Wachowski

Fotografia: Bill Pope

Montaggio: Zach Staenberg

Interpreti: Ada Nicodemou, Adryn White, Anthony Ray Parker, Belinda McClory, Bernard Ledger, Bill Young, Carrie-Anne Moss, Chris Pattinson, David Aston, David O'Connor, Denni Gordon, Eleanor Witt, Fiona Johnson, Gloria Foster, Harry Lawrence, Hugo Weaving, Janaya Pender, Jeremy Ball, Joe Pantoliano, Julian Arahanga, Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Lawrence Woodward, Luke Quinton, Marc Gray, Marcus Chong, Matt Doran, Michael Butcher, Mike Duncan, Natalie Tjen, Nigel Harbach, Paul Goddard, Robert Simper, Robert Taylor, Rowan Witt, Steve Dodd, Tamara Brown

Colonna sonora: Don Davis

Produzione: Groucho II Film Partners, Silver Pictures, Village Roadshow Pictures, Warner Bros.

Durata: 136'

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