Dalìland di Mary Harron racconta gli ultimi anni del maestro del surrealismo, Salvador Dalì, personaggio noto non solo per il suo genio artistico ma anche per le eccentriche apparizioni pubbliche.
Se Ben Kingsley interpreta l'artista, è attraverso gli occhi del suo giovane apprendista e protetto, James Linton (Christopher Briney), che il pubblico viene traghettato nella visione di quel circo di adoratori  che lo hanno circondato e stigmatizzato: profittatori, creativi e meno creativi, dediti a feste sfrenate, protagonisti talvolta di situazioni grottesche.Â
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Linton, l'apprendista, viene scelto dallo stesso pittore mentre ultima le tele da esporre nella mostra del 1974 a New York ed è probabilmente lui il vero protagonista del film. L'unico consapevole, e da lui stesso edotto, della grandezza dell'artista. Grandezza spesso dimenticata dal suo bizzarro entourage, il cui solo scopo narrativo è quello di introdurci nel suo mondo.Â
Scopriremo così il vuoto e le insicurezze (tra le quali la paura di invecchiare) che attanagliano l'anziano artista, ben nascoste dal clamore della folla e dalla ricchezza opulenta.
Sopra tutti, spicca la compagna irrequieta e poco accomodante dell'artista: Barbara Sukowa nel ruolo dell'infedele Gala, Olivette, Galina, sua ispirazione e ossessione; colei il cui sguardo trapassa i muri. Per lei Dalà acquista nel ‘68 un castello a Púbol, dove l'artista può entrare solo su invito scritto.
La regista di American Psycho e di Charlie Says, mette in scena un vero biopic scrupoloso, fotografico, nel quale non mancano i flashback sulla giovinezza di Dalì, ma inevitabilmente didascalico.Â
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Proprio come in Charlie Says, la storia del folle criminale Charles Manson, Mary Harron descrive una figura carismatica in grado di calamitare persone accanto a sé. Ma Dalì non è Manson, e la descrizione del suo ambiente e delle dinamiche finali della sua esistenza non bastano per coinvolgere e spiegare la giocosità geniale e del tutto rivoluzionaria della sua arte.
Con Dalìland conosciamo l'uomo e le sue vicende, la vita che conduceva e le sue stranezze, ma nulla sappiamo del vero artista:  quello di Harron è un meccanismo corretto e ben funzionante, ma che mai trascende e trasgredisce. La trasgressione è mostrata, ma resta nella cornice ben definita e prevedibile di un racconto biografico, che non aspira a essere niente di più.
Dalìland è quindi un film piacevole e ben interpretato, che appaga le curiosità e ci mostra uno spaccato di quegli anni '70, così creativi e folli, nel quale tutto sembrava ancora possibile.
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Genere: biopic, drammatico
Paese, anno: USA, 2022
Regia:Â Mary Harron
Sceneggiatura:Â John C. Walsh
Fotografia:Â Marcel Zyskind
Montaggio:Â Alex Mackie
Interpreti: Alexander Beyer, Andreja Pejic, Avital Lvova, Barbara Sukowa, Ben Kingsley, Christopher Briney, Ezra Miller, Mark McKenna, Rupert Graves, Suki Waterhouse, Zachary Nachbar-Seckel
Colonna sonora:Â Edmund Butt
Produzione: David O. Sacks Productions, Magnolia Pictures, Popcorn Films, Pressman Film, Serein Productions, Zephyr Films
Distribuzione:Â Plaion Pictures
Durata:Â 104'
Data di uscita:Â 25/05/2023
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