The Flash arriva in sala a 10 anni esatti di distanza dall’avvento de L’uomo d’acciaio, primo tassello di quello che avrebbe dovuto essere il DC Extended Universe ma che, come sappiamo, è ben presto collassato su sé stesso.Â
Il film solitario del Corridore Scarlatto venne annunciato per la prima volta nel 2014, con una data di uscita provvisoria fissata nel marzo 2018. Poi avvennero una serie di sfortunati eventi: film che flopparono al botteghino, accompagnati da critiche poco entusiaste; la perdita di vista del focus; il continuo slittamento e il susseguirsi di nomi sia per scrivere la sceneggiatura sia per dirigere The Flash.Â
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Poi il lento sfacelo del DCEU, l’allontanamento di Zack Snyder, il movimento #releasethesnydercut, i problemi legali del protagonista Ezra Miller, l’annuncio che questo universo condiviso non sarebbe andato avanti, il subentro di James Gunn alla guida dei DC Studios e la volontà di fare un reset totale di tutto. Nel frattempo, ecco il tentativo di salvare The Flash spoilerando qualsiasi sorpresa o cameo, riesumando persino il burtoniano Michael Keaton al grido di «Tana libera tutti, multiverso!».Â
Ma se c’è una cosa che in tutto questo tempo è rimasta un punto fisso (l’unico, probabilmente) è il fatto che la sceneggiatura si sarebbe basata su Flashpoint, un arco narrativo pubblicato in 5 volumi nel 2011, in cui Barry Allen viaggia indietro nel tempo per salvare la madre, vittima di un omicidio per cui il padre (che non è più interpretato da Billy Crudup come in JL, bensì da Ron Livingston) viene ingiustamente accusato.Â
Così facendo, però, provoca un’alterazione della realtà che lo porterà a fare i conti con il multiverso e le infinite possibili realtà che ne conseguono.
È davvero difficile parlare di The Flash con un’ottica razionale, perché di razionale non vi è nulla attorno al film. Intendiamoci: The Flash non è affatto brutto, anzi. La regia di Andy Muschietti è solida e riesce a tenere coese le due ore e quaranta (sì, avete letto bene!) di film, riuscendo persino nel miracolo di mantenere un ritmo pazzesco per i primi due atti (nel terzo si impantana un po’) che fanno scorrere liscia la storia e non affogano lo spettatore con la sua durata fiume.
Funziona anche Michael Keaton, il cui Bruce Wayne/Batman è davvero solo un personaggio di supporto che non vuole rubare lo scettro al vero protagonista del film, anche se in un paio di scene è oggettivamente inevitabile: del resto la sua entrata in scena è accompagnata dall’immortale tema di Denny Elfman.Â
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Non ci si può nemmeno lamentare di Ezra Miller, che qui è ineccepibile: l'attore si carica il film sulle spalle e non lo fa mai cadere, anzi; arriva addirittura a sdoppiarsi per poterlo reggere meglio. Il suo Barry è un delicato equilibrio di paura, rabbia, frustrazione, solitudine e dolore che ne fanno un personaggio a tutto tondo e non più solo la spalla comica della JL.Â
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Già : perché di Barry Allen abbiamo visto sinora solo scampoli in Batman V Superman, Suicide Squad e poi gettato nella mischia della Justice League.Â
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The Flash non è un film di origini, non racconta la genesi del personaggio: piuttosto sembra il sequel di qualcosa che non esiste, ma che in qualche modo conosciamo. O perlomeno è così che ci viene presentato.Â
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C’è una scena in cui Barry, tornato indietro nel tempo, rivive la notte in cui ha ricevuto i propri poteri: il problema è che lo spettatore quella scena non l’ha mai vista. Viene quindi a mancare del tutto quel senso di complicità che aveva invece Avengers – Endgame nel suo secondo atto, incentrato sui balzi temporali: lì lo spettatore già conosceva le scene e la cosa divertente era proprio vedere come sarebbero state sovvertite.Â
Questo è anche il problema principale -  insieme agli effetti visivi che sembrano di almeno 20 anni fa, per quanto la CGI appaia cartoonesca – di The Flash.Â
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Che senso ha fare un film su di un personaggio appartenente a un universo narrativo già collassato?Â
Più in generale, a che pro parlare di multiverso in cui entrano a far parte tutte le trasposizioni DC dal Batman di Adam West in poi (parliamo di quasi 60 anni!) se comunque la storia che ci racconta è quanto di più chiuso possa esserci?Â
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Pensateci bene: se invece di mettere in mezzo il multiverso ci si fosse limitati a un semplice film sui viaggi nel tempo (d’altra parte Ritorno al futuro viene citato solo mezzo milione di volte…), The Flash avrebbe funzionato comunque? Probabilmente sì.Â
The Flash è la ciliegina sulla torta in un progetto, il DCEU, che avrebbe potuto funzionare egregiamente ma che è stato smontato dai suoi stessi creatori film dopo film con continui cambi di piani, insensati aggiustamenti di tono, perdendo velocemente il proprio focus.Â
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Arrivare al cinema ora, con tutto questo bagaglio di consapevolezze che il DCEU si porta appresso, ne svilisce il senso. E così il multiverso appare solo come una facile scappatoia per infilarci camei su camei (a partire da quello sbandieratissimo di Keaton, sino ad arrivare ai più improbabili progetti mai nemmeno giunti sullo schermo) nella speranza di convincere quanta più gente possibile a pagare il prezzo del biglietto per ascoltare una storia che, per quanto ben costruita e divertente da seguire, non ci porterà a nessuna conclusione.
Genere: cinecomic, fantascienza, azione
Titolo originale:Â The Flash
Paese, anno:Â USA, 2023
Regia:Â Andy Muschietti
Sceneggiatura:Â Christina Hodson
Fotografia:Â Henry Braham
Montaggio: Jason Ballantine, Paul Machliss
Interpreti: Antje Traue, Ezra Miller, Kiersey Clemons, Maribel Verdú, Michael Keaton, Michael Shannon, Ron Livingston, Sasha Calle
Colonna sonora:Â Benjamin Wallfisch
Produzione: DC Studios, Double Dream, The Disco Factory
Distribuzione:Â Warner Bros.
Durata:Â 144'
Data di uscita:Â 15/06/2023