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Mickey 17 (2025), la recensione del film con Robert Pattinson: i compromessi di Bong Joon-ho con le major

16/03/2025 18:18

Marco Filipazzi

Recensione Film, Film Fantascienza, Bong Joon-ho, Robert Pattinson, Mark Ruffalo,

Mickey 17 (2025), la recensione del film con Robert Pattinson: i compromessi di Bong Joon-ho con le major

Mickey 17 sembra una sorta di compromesso tra le idee strampalate di Bong Joon-ho e la necessità dei colossi produttivi di sfruttare il suo nome.

Ci pensate che Parasite è uscito 6 anni fa e che nel frattempo c’è stata una pandemia, il lockdown e svariate guerre? È incredibile, eppure sembra ieri, forse perché le cose belle sono quelle che rimangono veramente impresse nella memoria, un po’ come il faccione beato di Bong Joon-ho mentre stringe a sé 4 premi Oscar.

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Nonostante da quel momento ne siano successe di cose, dopo un trionfo del genere c’è sempre stata la curiosità di sapere a quale film il buon Bong (non suona benissimo, ma tant’é…) si sarebbe dedicato dopo quell’incetta di premi diventando, da un giorno all’altro, uno dei registi più osannati e ricercati del panorama cinematografico contemporaneo. E la risposta è arrivata con Mickey 17, uscito nelle sale lo scorso 6 marzo.

Mickey 17 è un film di fantascienza

La fantascienza non è uno scenario nuovo per il nostro. Già nel 2013 aveva realizzato Snowpiercer, storia di un treno che deve continuare a spostarsi attorno a una Terra attanagliata da una nuova era glaciale. Il treno e le persone che vivono al suo interno sono una metafora nemmeno troppo velata di scala sociale, con i più poveri nelle carrozze di coda, sino ai borghesi in testa al treno, una tematica che poi ritornerà in maniera più incisiva proprio in Parasite.

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La differenza tra Snowpiercer e Mickey 17 sta nei produttori (Warner Bros. e Plan B, la casa di produzione di Brad Pitt), nel budget (40 milioni contro 120) e nel fatto che questo film sia sicuramente il più “americano” tra quelli firmati da Bong Joon-ho sino a oggi. E poi c’è sempre la solita lamentela che “quando un regista straniero accetta di dirigere una grande produzione USA è meno libero e si fa corrompere dal denaro svilendo la sua vena autorale”. Tolto il dente, tolto il dolore: un po’ è così anche questa volta. 

 

Mickey 17 sembra, a più riprese, una sorta di compromesso tra le idee strampalate di Bong Joon-ho e la necessità dei colossi produttivi di sfruttare il suo nome e farci soldi facili.

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Mickey 17, la trama

Il film è tratto dal romanzo Mickey7 scritto da Edward Ashton, i cui diritti per un adattamento sono stati acquistati ancor prima che il romanzo venisse pubblicato, al punto che il film (con tanto di cast e regista) venne annunciato prima che il romanzo approdasse in libreria.

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È la storia di Mickey Barnes che, per una serie di sfighe, è costretto a lasciare la Terra diventando “un sacrificabile”, ovvero accetta di morire ed essere clonato un numero infinito di volte in nome del capitalismo. 

Questo finché, unitosi a una colonia su di un pianeta sperduto e coperto di ghiaccio, Mickey non cade accidentalmente dentro un crepaccio. Contro ogni previsione sopravvive, ma una volta rientrato alla base scopre di essere già stato rimpiazzato da un suo clone, Mickey 18.

Imprevedibile e divertente: la firma di Bong Joon-ho

Il film parte a bomba e imposta tutta la sua prima parte attorno alla grottesca sacrificabilità di Mickey, imbastendo una satira molto più grossolana rispetto a Parasite (ma anche rispetto a Snowpiercer), ma che comunque funzionale e divertente. Scrittura e montaggio danno un ritmo pazzesco alle scene, così come l’interpretazione di Robert Pattinson (che, come DiCaprio prima di lui, ha dovuto lottare non poco per scrollarsi di dosso l’aurea da teen idol e dimostrare che è un ottimo attore, cosa che fa costantemente) che riesce a dar vita e tridimensionalità a due personaggi identici, ma dal carattere completamente opposti.

Il film mette sul piatto riflessioni che spaziano dal valore della vita al significato dell’identità personale, dalla lotta per la propria affermazione sino allo sfruttamento dell’individuo come forza-lavoro e l’essere solo un numero privo di identità. Tutti temi che, in diverse declinazioni, sono cari a Bong Joon-ho e che ciclicamente emergono nella sua filmografia.

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Inoltre, per essere un prodotto marcatamente hollywoodiano, il film si schiera senza troppe mezze misure contro il capitalismo e fa di Donald Trump un vero fantoccio che Mark Ruffalo si diverte a colpire come se fosse una pignatta, specie se consideriamo il tono satirico, quasi allegorico, dell’operazione.

Cosa non funziona in Mickey 17

I problemi iniziano quando la narrazione effettua una sterzata brusca e cambia del tutto le carte in tavola, virando la storia verso orizzonti più classici (a tratti persino poco ispirati) affrontando temi come la colonizzazione, gli invasori, “gli alieni siamo noi!” e via discorrendo. In pratica Avatar, giusto per citare il titolo più ingombrante di questo millennio. Insomma, va a parare su discorsi triti e poco interessanti, supportati da un comparto visivo che per quanto ineccepibile dal punto di vista tecnico, non è mai davvero originale. Il pianeta di roccia e ghiaccio… abbiamo visitato Hoth nel 1980 ormai (l’ambientazione stessa di Snowpiercer non è molto dissimile). Gli alieni insettoidi e la loro stratificazione sociale… Starship Troopers è del 1997.

E poi c’è l’ultima mezz’ora del film che procede con il pilota automatico e davvero non porta sullo schermo nulla che non sia scontatissimo e già visto almeno una mezza dozzina di volte nell’ultima manciata di anni.

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Sono proprio questi i motivi per cui prima parlavamo di “compromesso artistico”: Bong Joon-ho realizza un film tecnicamente ineccepibile, scorrevole e bello da vedere, ma a livello di tematica era lecito aspettarsi qualcosa di più.  

 

Non tanto per la goleada di premi rastrellati con Parasite che hanno alzato non poco le aspettative, ma proprio guardando a lui come autore, tenendo bene a mente la sua filmografia. Invece Mickey 17 è l’ennesima dimostrazione che il sistema delle major tende a fagocitare qualsiasi cosa e che un alto budget non è mai sinonimo di libertà creativa. Ma comunque non perdiamo la fiducia nel buon Bong e continuiamo ad aspettare il suo prossimo giro di giostra, magari lontano da Hollywood.


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Genere: fantascienza

Paese, anno: Corea del Sud/USA, 2025

Regia: Bong Joon-ho

Sceneggiatura: Bong Joon-ho

Fotografia: Darius Khondji

Montaggio: Yang Jin-mo

Interpreti: Anamaria Vartolomei, Angus Imrie, Cameron Britton, Daniel Henshall, Holliday Grainger, Mark Ruffalo, Michael Monroe, Naomi Ackie, Patsy Ferran, Robert Pattinson, Steve Park, Steven Yeun, Thomas Turgoose, Tim Key, Toni Collette

Colonna sonora: Jung Jae-il

Produzione: Kate Street Picture Company, Offscreen, Plan B Entertainment

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 137'

Data di uscita: 06/03/2025

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