Scritto e interpretato da Paul Rudd, Rule Models non è una commedia innovativa ma sa come giocare sui doppi sensi, sull'ironia goliardica mirando ad intrattenere una precisa fascia di appassionati. La scelta del cast, difatti, non fa che porre una firma decisa sul tipo di film voluto da Rudd e soci, ma con delle oggettive sorprese. Danny (Paul Rudd) è un rappresentante di bibite energetiche insieme al collega Wheeler (Seann William Scott). Un giorno, apparentemente simile ad un altro, girano le scuole del paese per mettere in piedi le loro rappresentazioni pubblicitarie - il cui slogan “bevete Minotaur e non drogatevi” la dice lunga sulla serietà degli interventi - fino a quando lo stress accumulato da Danny durante questi anni di malcontento prende il sopravvento. Una giornata di follie così trasforma le loro vite in un inferno: inizialmente condannati a diversi anni di reclusione, vengono “alleggeriti” dall'entrata in scena dell'ex moglie di Danny – un'avvocatessa decisa e affascinante – e costretti a prestare 150 ore di servizio sociale all'interno di un programma che segue dei ragazzi molto particolari. Se l'idea di fondo non spicca certo per originalità, è lo sviluppo affidato quasi per intero alle ottime prove attoriali a convincere, facilitate da una sceneggiatura che non lesina momenti di puro gaudio citazionistico e siparietti politically correct, questi decisamente meno funzionali. I mondi degli adulti, cinici e draconiani, si fondono con quelli meno insensibili ed egoistici dei bambini-adolescenti, tra realtà fantastiche, replicate all'aperto con cartone a adesivo e vere e proprie fissazioni per il seno femminile. Ne vengono fuori gag estremizzate e sketch esilaranti - seppur pericolosamente orientati al già visto. L'ironia graffia superficialmente, non ferisce ma lascia comunque il segno. Sean William Scott non abbandona il ruolo alla Stifler che lo ha reso famoso nella serie American Pie e questa monotonia nell'approccio ne appesantisce le credenziali, tant'è vero che è l'ex cocainomane - interpretata da Jane Lynch - a rubare loro la scena quando si trovano a condividere la stessa inquadratura. A sorprendere sono invece i novelli: il piccolo di colore Bobb'e J. Thompson e il timido nerd Christopher Mintz-Plasse, già visto in Suxbad – Tre menti sopra il pelo. Role Models, nonostante un'evidente carenza di idee, propone uno sviluppo scorrevole e divertente su modelli bizzarri di comportamento. Inoltre mette in luce un'ulteriore dato di fatto: dopo il passo falso compiuto con The Ten - I dieci comandamenti come non li avete mai visti, David Wain ha finalmente capito come si realizza una commedia senza scadere nel banale, segno che, pur non possedendo le idee vincenti, si può sempre contare su una troupe fidata per realizzare un buon film.