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I Puffi

13/09/2011 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film, Film Animazione, puffi,

I Puffi

Sono passati più di trent’anni da quando delle piccole creaturine blu, “alte appena tre mele o poco più”, hanno fatto il loro ingresso nel mondo degli umani...

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Sono passati più di trent’anni da quando delle piccole creaturine blu, “alte appena tre mele o poco più”, hanno fatto il loro ingresso nel mondo degli umani. Dopo essere stati disegnati da Pierre Culliford (il celebre Peyo), ed esser stati protagonisti di molte strisce a fumetti, i Puffi divennero universalmente famosi quando i produttori Hanna e Barbera decisero di dedicar loro una serie animata. I bambini di tutte le età, allora, iniziarono a fare amicizia con le creature magiche che, sebbene a prima vista sembrino tutte uguali, in realtà sono diverse l’una dall’altra per qualità e temperamento. Ognuna di loro, infatti, prende il nome in base alle virtù o ai difetti più evidenti. La loro tranquillità, però, è costantemente minata dal mago Gargamella e dal suo fidato aiutante, il gatto Birba, che vogliono impadronirsene per scoprire la “ricetta della felicità”.


La Warner Bros. , conscia della simpatia che i Puffi scatenano nei bambini di oggi e in quelli di ieri, ha deciso di realizzarne un film moderno affidandone la regia a Raja Gosnell. Il film racconta una nuova avventura dei Puffi che, inseguiti da Gargamella, utilizzano il varco spazio temporale creato dalla Luna Blu per rifugiarsi nel mondo degli umani. Dal Medioevo, dunque, le piccole creature, si ritrovano a vagare per le strade della città più moderna che conosciamo, New York. Non sarà facile per loro capire le dinamiche (sociali) di un mondo che non conoscono, di persone che interagiscono tra loro solo per tornaconto personale, di sentimenti negati e velati. Patrick e Grace, però, non sono superficiali come gli altri: sono una coppia che sia ama e che crede nella famiglia. Chi meglio di loro, dunque, merita di incontrare questi esserini blu, creature magiche che portano fortuna a chi li trova? Dal loro incontro ognuno guadagnerà qualcosa: i Puffi riusciranno a tornare a casa sani e salvi e gli umani capiranno fino in fondo il valore dell’amore e dell’amicizia.


L’idea di unire il passato al presente, il magico al reale, il bene al male, non è certo nuova e nemmeno l’unione tra computer grafica e modellini CGI. Eppure, Raja Gosnell, riesce a farne buon uso trovandone la giusta combinazione: i modellini dei Puffi sono curati nei dettagli ed integrati nel paesaggio urbano e il 3D (presente ma non eccessivo) aiuta gli spettatori ad entrare ed uscire (visivamente) da mondi tanto lontani quanto diversi. Sarebbe stato difficile, però, trasportare tutti i cento Puffi nel mondo umano: gli sceneggiatori J. David Stem e David N. Weiss hanno ristretto il campo facendo ruotare la storia attorno ai sei protagonisti più famosi: Grande Puffo, Puffetta, Brontolone, Puffo Coraggioso, Tontolone e Quattrocchi. Ma anche il mondo umano non sfugge alla legge della notorietà: per il ruolo dei protagonisti vengono scelti due tra gli attori comici americani più famosi della TV: Neil Patrick Harris (salito sul podio grazie al suo irriverente ruolo nella serie How I met your mother) e Jayma Mays (tra le protagoniste di Glee). Per il ruolo del cattivo, invece, il regista ha scelto Hank Azaria, che, grazie ad un accurato lavoro di make up, è diventato semicalvo, goffo e sdentato. Le situazioni create per far interagire creature magiche ed esseri umani funzionano piuttosto bene, sebbene, a volte, appaiano un po’ forzate. Impossibile, comunque, rimanere impassibili davanti alle allegre canzoncine, alla spontanea ingenuità, alla naturale gentilezza dei Puffi. Un applauso, dunque, a Raja Gosnell, che, dopo i poco riusciti Scooby – Doo e Scooby - Doo 2: mostri scatenati, riesce a dimostrare di poter realizzare una pellicola per bambini divertente e genuina.


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