È arrivato il Natale e le categorie più disparate degli italiani di oggi si apprestano a trascorrere le vacanze a Cortina: c'è Lando (Dario Bandiera), un giovane siciliano assunto come autista dall'ingegnere Brigatti (Ivano Marescotti), manager a caccia costante di affari; ci sono le due coppie di innamorati Massimo (Ricky Memphis) e Brunella (Valeria Graci) in lotta con Andrea (Giuseppe Giacobazzi) e Wanda (Katia Follesa), divorate dalla gelosia nonostante siano unite da parentela; c'è l'avvocato Roberto Covelli (Christian De Sica), con la moglie Elena (Sabrina Ferilli) e le figlie, che appende al chiodo il suo passato da "farfallone" per dedicarsi una volta per tutte alla famiglia. Ma come da tradizione natalizia, le intenzioni dei protagonisti devono fare i conti con le sorprese che la casualità riserverà loro... Il film prodotto e distribuito da Aurelio e Luigi De Laurentiis pesca dalle esperienze passate per tentare una riconciliazione col pubblico dopo la paura al box office di Natale in Sudafrica, i cui incassi hanno lanciato il primo significativo allarme di stanchezza. Vacanze di Natale a Cortina saluta – che sia un addio o un arrivederci, tocca ancora capirlo – il clima esotico e degenerato dei precedenti episodi, i bikini, i primi piani abbondanti, l'ossessiva volgarità (verbale e sessista) per lasciare spazio ad una commedia degli equivoci tradizionale, slapstick e romanaccia, ambientata sulle vette innevate delle Dolomiti. La pellicola di Neri Parenti rinuncia al consumismo vistoso e incontrollato, dimostrando di essere vicino alle difficoltà economiche e sociali del Belpaese più di quanto non lo sia stato in passato. Ciò è dovuto al rientro in fase di sceneggiatura dei fratelli Vanzina, i quali hanno proposto un revival di quel Vacanze di Natale del 1983 che fece da spartiacque tra la vecchia e la nuova scuola della commedia all'italiana. Il cast, azzeccato e pieno zeppo di comparsate televisive, si rende ancora una volta protagonista di episodi grossolani, ripetitivi, parodistici. A dimostrazione che, per quanto un aggiornamento delle interazioni personali all'epoca di Facebook abbia rinnovato i contenuti, il film non abbandona la struttura narrativa appartenente al «discount del cinema» - sinonimo di cinepanettone suggerito da Christian De Sica nella sua biografia.