C’è stato un tempo in cui le principesse erano delle fragili fanciulle indifese, rinchiuse in alte torri o nelle segrete di un gelido castello, che aspettavano pazientemente l’arrivo di un principe che le salvasse. La Disney, sin dai lontani anni ’40, è sempre stata la regina indiscussa delle principesse di celluloide che, passando dalla matita al pixel, rimangono sempre al passo con i tempi. La famosa casa di animazione statunitense nel tempo ha creato una nuova schiera di eroine che, seppur detentrici di sangue blu, possiedono il fegato necessario per scendere personalmente in campo e rivendicare i propri diritti: prime fra tutte, Ariel, Jasmine, Mulan e Rapunzel. Affidando la regia di Ribelle - The Brave, prima a Brenda Chapman (Il principe d’Egitto) e poi a Mark Andrews, sceneggiatore del poco riuscito John Carter 3D, la Disney-Pixar fa scendere sul campo di battaglia la Principessa ribelle Merida e segna, così, un altro traguardo nella storia del cinema di animazione. Scozia, Medioevo. La principessa Merida è un’intrepida ragazzina che trasforma ogni giornata in un’avventura nuova. Accompagnata dal suo fidato destriero, la fanciulla scala impervie montagne, tira con l’arco, beve da fonti leggendarie e oltrepassa irresponsabilmente i confini del regno. Quando il Re Fergus e la Regina Elinor organizzano una competizione cavalleresca tra i primogeniti dei tre clan rivali per eleggere il suo futuro marito, Merida fugge dal castello e chiede aiuto alla strega del bosco, camuffata da intagliatrice di legno. Comprando un incantesimo che trasformi sua madre, la principessa cambia inesorabilmente il proprio destino, e quello della sua famiglia. Prima che il sole tramonti il secondo giorno, Merida dovrà riuscire a saldare lo “strappo” creato, per permettere alle cose di tornare al proprio posto. O quasi. Occhi azzurri e costantemente sgranati, una fluente e spettinata chioma rosso fuoco e la regale destrezza nei movimenti sono i tratti distintivi della principessa Merida. Lontana anni luce dagli usi e costumi della vita di corte, indossa un vestito consumato e scolorito e si diletta a tirare con l’arco, ad andare a caccia e ad ingozzarsi come un maschiaccio. La ragazzina non possiede la grazia angelica della madre, non ne condivide lo spirito maturo e conservatore e ne detesta la fierezza e l’austerità. Convinta sostenitrice della libertà personale e del diritto di scegliere il proprio marito a tempo debito, la principessa si ribella alle tradizioni della propria bigotta società e si avventura nei meandri oscuri della magia nera. L’incantesimo che cambierà le sorti della sua famiglia, le permetterà di crescere e di diventare una ragazza forte e determinata, capace di mettere da parte il proprio orgoglio per la salvezza dell’integrità familiare. Nei paesaggi ameni e incontaminati, nei colori sgargianti e nelle sonorità arcaiche e bucoliche (composte da Patrick Doyle, autore delle musiche di Thor), risiedono gli elementi principali dell’atmosfera magica e incantata che accompagna il viaggio della protagonista verso la scoperta di se stessa. In un universo tridimensionale intarsiato di ruderi antichi, diviso tra leggenda e realtà, stregoneria e magia, arroganza e umiltà, Ribelle - The Brave, si rivela una favola moderna, un romanzo di formazione, una storia di vita che descrive il difficile rapporto tra una madre e una figlia tanto diverse, eppure, per certi aspetti, molto simili. Attraverso la (dis)avventura che le porterà lontane dal castello Merida imparerà ad apprezzare gli insegnamenti materni mentre la Regina, rivedendo se stessa nella vitalità della figlia, tornerà ad apprezzare la bellezza delle piccole cose quotidiane. Il tredicesimo film d’animazione Disney/Pixar, popolato da donne decise, riflessive e costantemente ligie al dovere relega i personaggi maschili al ruolo di macchiette, agli antipodi della classica figura del Principe Azzurro. Citando le più grandi favole di tutti i tempi, da La Sirenetta a Biancaneve, da Pocahontas a Koda fratello Orso, la pellicola prende per mano lo spettatore e, guidandolo attraverso i fluorescenti fuochi fatui - che tanto ricordano i sassolini di Hansel e Gretel - lo conduce alla riscoperta dei propri valori e del sempiterno valore - e validità - delle leggende. Perché, si sa, in ognuna di loro c’è sempre un pizzico di verità.