Per dimostrare a Cesare (Alain Chabat) la grandezza dell’Egitto, Cleopatra (Monica Bellucci) incarica il suo architetto Numérobis (Jamel Debbouze) – promettendogli una enorme ricompensa o, in caso di fallimento, la morte - di costruire in tre mesi un palazzo magnifico, che faccia invidia ai romani. A Numèrobis, disperato, non resta quindi che domandare aiuto agli amici Galli: toccherà ad Asterix (Christian Clavier) e Obelix (Gérard Depardieu), forti della loro pozione, partire per l’Egitto e dedicarsi alla costruzione del regale palazzo.
Secondo episodio cinematografico delle avventure dei due eroi Galli, stavolta al servizio della capricciosa regina d’Egitto, Cleopatra. Se anche la storia ricalca abbastanza fedelmente quella narrata in uno dei fumetti di Goscinny e Uderzo, Asterix e Obelix: Missione Cleopatra è la meno riuscito fra le pellicole della serie, e di certo la più distante dal soggetto originale.
Le avventure dei due Galli sono stavolta dirette da Alain Chabat che, più fortunato come attore (Una notte al Museo) che come regista, realizza, rispetto alla pellicola di Zidi, un film più convintamente votato al comics, ma privo di spirito e dotato di un debolissimo umorismo. Il cast è ancora una volta composto da volti noti del cinema, soprattutto francese: insieme ai già noti protagonisti, new entries sono Jamel Debbouze - il Lucien de Il meraviglioso mondo di Amélie - nei panni dell’architetto Numérobis, Claude Rich come Panoramix e Monica Bellucci nelle regali vesti di Cleopatra, un’interpretazione più fisica che fisiognomica. L’unico aspetto davvero positivo della pellicola forse proprio in virtù dell’esperienza del suo regista come interprete in alcuni divertenti film per ragazzi, è l’avere infuso, rispetto alla precedente pellicola del 1999, maggiore modernità ai tempi cinematografici, con un ritmo quasi hollywoodiano, e alcune divertenti trovate, prime fra tutte le numerose citazioni sparse lungo il film, ispirate ai più celebri cult del grande schermo, da Guerre Stellari a Il gladiatore. Nonostante il film non riesca nell'intenzione di equiparare per umorismo e graffio l'originale storia cartacea, il soggetto offre lo spunto per poche gag esilaranti in un fondersi di storia e modernità , soprattutto nella creazione tutta fantasiosa di un Egitto in stile parco divertimenti, con una regina che veste all'ultima moda e personaggi che portano nomi come Cellularis o che, come Otis, inventano il primo ascensore. Così come al tono scanzonato di Zidi corrisponde per Chabat un ulteriore alleggerimento dell’atmosfera, con una strizzata d’occhio al musical e alla commedia grottesca, nel concepire il regno di Cleopatra come luogo delle meraviglie, alle scenografie da mini-colossal del primo film fa qui da contraltare un’ambientazione eccessiva, con effetti speciali da videogioco. E in questa corsa al botteghino è certo che il film di Chabat ha senz’altro perso quasi del tutto di vista l’opera di Goscinny e Uderzo, facendo dell’episodio egiziano l’occasione per un dispendio di mezzi al servizio di un prodotto commerciale. Se anche la pellicola di Zidi non era perfetta, questo secondo episodio è un’opera piena di difetti, demenziale in quasi ogni battuta o gag proposta, fallace nei dialoghi e manchevole di un – almeno qui fondamentale – senso del comico.