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Young Europe

14/05/2013 10:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

Young Europe

Realizzato in collaborazione con la Polizia Stradale, qui personificata da un ufficiale (Michele Gammino) intervistato in tv, il film racconta, tramite episodi

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Realizzato in collaborazione con la Polizia Stradale, qui personificata da un ufficiale (Michele Gammino) intervistato in tv, il film racconta, tramite episodi intrecciati tra di loro, tre storie di giovani: a Roma Federico (Giulio Ginnetti) e Annalisa (Maria Luisa De Crescenzo) finiscono nel vortice della vita al limite del quarantenne Angelo (Riccardo Leonelli); a Parigi Josephine (Victoria Oberli) convive con la depressione in seguito a un incidente mortale causato da lei, senza riuscire a scalfire l'insormontabile distanza che la separa dai genitori; in Irlanda Julian (Mark Griffin) si innamora di una compagna di università, Sarah (Catriona Loughlin), ma è vittima delle pressanti attenzione dell'insegnante di spagnolo (Camilla Ferranti). Ad accomunare le storie sarà un incidente stradale.


Esperimento sui generis davvero molto ben riuscito questo Young Europe: finanziato dalla Comunità Europea e dal Progetto ICARUS (Inter-Cultural Approaches for Road Users Safety), scritto e diretto dall'italiano Matteo Vicino, il lungometraggio ha l'obiettivo di sensibilizzare i guidatori sui rischi della guida pericolosa. Il regista usa uno stile multiforme ed efficace che cammina di pari passo con le vite in continuo movimento dei suoi protagonisti: montaggio rapidissimo e abbondanza di primi piani (le serate di Josephine) alternato a campi larghi e ritmi rallentati (le passeggiate di Julian e Sarah), puntando forte su una musica potente e veloce ma mai invasiva. Le vite della Giovane Europa sono sempre vicine a bruciarsi, sebbene Matteo Vicino accusa esplicitamente gli adulti, colpevoli di mandare messaggi sbagliati per poi puntare con troppa facilità il dito, incapaci di prendersi la minima responsabile ma poi rapidi a scaricare colpe sugli altri. Delicato ma potente, drammatico e a tratti davvero divertente, clamorosamente superiore a tutti i film giovanilisti e generazionali visti di recente in Italia e giustamente premiato al Milano International Film Festival. Da applausi il giovanissimo cast. Per veicolare un messaggio così importante non si poteva scegliere un modo migliore.


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