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Mr. Peabody e Sherman

11/03/2014 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Mr. Peabody e Sherman

Il rapporto tra un padre e un figlio è spesso difficile, altalenante e funambolico: necessita di costante dialogo e rigorosa pazienza per divenire saldo e indis

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Il rapporto tra un padre e un figlio è spesso difficile, altalenante e funambolico: necessita di costante dialogo e rigorosa pazienza per divenire saldo e indissolubile, per non dover incorrere in scontri, litigi, incomprensioni. Dopo averne già indagato le difficoltà nel 1994 con Il Re leone, il regista Rob Minkoff torna dietro la macchina da presa per firmare Mr. Peabody e Sherman, un film d’animazione scoppiettante che mostra l’importanza del nucleo familiare.


In un borghese attico di New York vive Mr. Peabody (Ty Burrell), un cane scienziato che, dopo aver vinto un Premio Nobel e numerose medaglie olimpiche, decide di adottare il piccolo Sherman (Max Charles), un orfanello trovato casualmente in una scatola di cartone. Ottenuto l’affidamento, Mr. Peabody istruisce personalmente il bambino, portandolo con la sua macchina del tempo, il prestigioso "tornindietro", alla scoperta della storia antica. Finiscono così per partecipare alla Guerra di Troia e alla Rivoluzione Francese e arrivano a scoprire gli oscuri segreti del Rinascimento italiano e dell’antico Egitto. Ma quando Sherman e l’irrequieta Penny manomettono le regole del tempo, Mr. Peabody sarà costretto a mettersi in gioco per salvare la sua famiglia e il destino dell’intero universo.


Epoche differenti, guerre sanguinarie, eroi imperfetti. Mr. Peabody e Sherman guardano con i propri occhi le diversità socio-culturali della storia e ne provano sulla pelle i relativi effetti collaterali. Intarsiando i salti temporali di nonsense bizzarri e grotteschi, lo sceneggiatore Craig Wright (Dirty Sexy Money) cerca di coinvolgere gli spettatori adulti in un costante gioco citazionistico sfarzoso ed esuberante che finisce per smontare a colpi di satira i personaggi storici più accreditati, rispettivamente il Re Agamennone, la Regina Maria Antonietta, Leonardo Da Vinci e il giovane Faraone Tutankhamon. L’umorismo pacatamente british di Mr. Peabody e Sherman, infatti, punzecchia di frequente tutti i protagonisti senza mai, però, scadere nella mera critica. Evidenziata l’erronea usanza umana di etichettare cose e persone senza prima conoscerne la natura, il film Dreamworks dimostra quanto sia necessario prima accettare se stessi per comprendere davvero gli altri. Seppur intenso e profondo, il messaggio stenta a toccare il cuore dei più piccoli, intrattenuti esclusivamente dalla grafica colorata dei personaggi e dalle appassionate musiche composte da Danny Elfman (Edward mani di forbice). Mr. Peabody e Sherman è un posato film d’animazione che finisce involontariamente per ripiegarsi su se stesso e mostrare la sua vera natura: un’operazione latentemente didattica ed educativa.


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