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Il segreto del suo volto

19/02/2015 11:00

Riccardo Cotumaccio

Recensione Film,

Il segreto del suo volto

Presentato al Festival del Film di Roma e premiato al Festival internazionale del Cinema di San Sebastian, Il segreto del suo volto (in originale, Phoenix) è il

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Presentato al Festival del Film di Roma e premiato al Festival internazionale del Cinema di San Sebastian, Il segreto del suo volto (in originale, Phoenix) è il settimo film di Christian Petzold, regista tedesco reduce dal successo de La scelta di Barbara, Orso d’oro alla Miglior Regia alla Berlinale 2012. Con una scelta singolare ma interessante (oltre che a dir poco azzeccata), Petzold sceglie per questa nuova pellicola gli stessi, fortunati, protagonisti della precedente: la coppia Nina Hoss e Ronald Zehrfeld.


1945. Nelly (Nina Hoss) - dopo esser sopravvissuta ad Aushwitz - ritorna a Berlino con Lene (Nina Kunzendorf), impiegata dell’Agenzia ebraica e sua amica da prima del conflitto. Sarà lei ad occuparsi di Nelly, prossima a un intervento di rigenerazione facciale dopo le ustioni riportate in volto dalle violenze dell’Olocausto. Guarita, ma del tutto irriconoscibile, la donna cercherà l’unico legame col passato ancora in vita: suo marito Jhonny (Ronald Zehrfeld). I due si incontrano al Phoenix, un locale piuttosto noto, e - sebbene l’uomo non riconosca in Nelly quella moglie che crede morta - dopo aver notato una lieve somiglianza, le propone di fingersi tale per dividersi la ricca eredità ricevuta dai genitori, scomparsi nei campi di concentramento. Nelly si ritrova così a dover interpretare se stessa, cercando di trovare la forza per confessare ogni cosa al marito, inconsapevole ma spinto da ambigui interessi provenienti da un passato ancora del tutto da decifrare.


La nuova opera di Christian Petzold è soprattutto la storia di una donna e delle sue sofferenze: la sua fragilità, la speranza, il grande amore e il dolore incessante, sfociato però in una grande e singolare reazione. Non nuovo a tematiche d’importanza storico/politica, il regista tedesco affronta l'argomento dell’Olocausto con una visione personale e romanzata, che non vuole impartire lezioni e si rivela rispettosa di ogni personaggio, a prescindere - per quanto possibile - dal contesto storico, già sciorinato in centinaia di storie. Il percorso di Nelly è svelato scena dopo scena, non tramite l’uso di flashback ma grazie ad abili stratagemmi posti nel presente delle rispettive storie. La sceneggiatura (ispirata al romanzo Le retour de Cendres) è scarna, eppure i gesti e gli sguardi lasciano libero spazio a un’interpretazione efficace e per nulla complicata. Persino la quasi totale assenza di colonna sonora non stona, data la durezza dell’argomento. Ancora una volta, in Il segreto del suo volto Petzold dirige una nuova, magistrale interpretazione di Nina Hoss, splendida interprete di un ruolo intricato, introverso e riuscitissimo. Sia nelle movenze sia nel carattere, la figura della protagonista Nelly – sopravvissuta, innamorata, perduta e infine vigorosamente rinata dalle sue ceneri, come una fenice – riesce a toccare lo spettatore con realismo e sincerità in tutte le sue sfaccettature.


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