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Southpaw - L'ultima sfida

03/09/2015 11:00

Roberto Semprebene

Recensione Film,

Southpaw - L'ultima sfida

Quante volte il cinema ci ha mostrato che la boxe è impegno, sudore e sacrificio? Da sempre uno degli sport che meglio si presta a essere proposto sul grande sc

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Quante volte il cinema ci ha mostrato che la boxe è impegno, sudore e sacrificio? Da sempre uno degli sport che meglio si presta a essere proposto sul grande schermo, proprio per questa sua intrinseca drammaticità, il pugilato torna sugli schermi in Southpaw, ultima fatica di Antoine Fuqua, che aggiunge ulteriori elementi di tensione ed emozione all’aspetto prettamente sportivo.


Billy “The Great” Hope (Jake Gyllenhaal) è il campione in carica dei pesi medio-massimi. La vita gli sorride alla grande: ha una carriera strepitosa, la bella moglie Maureen (Rachel McAdams) e una figlia (Oona Laurence) fantastica. Ha agi e ricchezze derivate da una vita passata sul ring. Tutto questo però si dissolve nell’arco di una sera quando, durante una serata di beneficienza, una lite scoppiata con un altro pugile degenera e porta alla morte di sua moglie. Il mondo di Billy va letteralmente in pezzi e con esso lo stesso pugile, che dovrà però riuscire a risalire la china se vorrà mantenere la custodia di sua figlia e riconquistarne l’amore.


La sceneggiatura di Southpaw pesca con attenzione e numerosi rimandi dagli altri film di genere. In particolare - naturalmente - dalla serie di Rocky, costruendo una narrazione classica che porta l’eroe dalle vette agli abissi per tornare in cima. Quello che caratterizza il film di Fuqua è in primis un’ottima resa degli attori, dal protagonista Gyllenhaall per arrivare all’allenatore Wils interpretato da Forest Whitaker. Gyllenhall (muscoloso e tonico come raramente si era visto) colpisce, più ancora che per il fisico, per l’intensità e la capacità con la quale riesce a trasmettere l’esaltazione nella parte iniziale del film, per poi passare a una ricca scala di emozioni nella seconda parte. Una buona resa visiva contraddistingue complessivamente il film e il ritmo di combattimenti e allenamento è ottimo; ma come contraltare c’è anche un certo crogiolarsi nel dramma che Billy vive all’indomani della morte della moglie, con un eccessivo indugiare sulle tensioni drammatiche e le bastonate che il pugile subisce prima di potersi rialzare. Questi aspetti non sarebbero e non sono in sé negativi, ma rendono la parte centrale del film troppo trascinata, perdendo un po’ del mordente emotivo. Buona, tuttavia, la grande resa del rapporto padre/figlia e pugile/allenatore.


La musica riveste, come da previsioni, un ruolo positivo nel film: malgrado la partecipazione di Eminem, una colonna sonora curata da James Horner accompagna il film ma non resta in testa a proiezione terminata. Complessivamente Southpaw merita la visione. Un film ben composto - per quanto non certo originale - capace di emozionare e rendere partecipi del dramma di Billy. Sebbene a volte induca a pensare che al povero pugile e a chi gli sta attorno ne accadano davvero un po’ troppe.


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