Ancora poco conosciuta al grande pubblico italiano, Amy Schumer è Oltreoceano una vera e propria celebrità : la serie satirica Inside Amy Schumer, in onda dal 2013, ha ottenuto infatti un ottimo successo televisivo e ha fatto vincere all'attrice un Emmy (come miglior varietà ) su ben cinque candidature. La bionda interprete, ben lontana dall'icona di sex symbol ma comunque non priva di un certo atipico fascino, è anche sceneggiatrice delle sue opere e non è un caso che che anche il suo primo ruolo da protagonista su grande schermo porti la sua firma. Un disastro di ragazza è un'operazione fortemente voluta dal guru della commedia contemporanea a stelle e strisce Judd Apatow che, oltre a sedersi in cabina di regia, ha anche finanziariamente garantito la presenza di numerose guest star di supporto. Amy è una giornalista dalla vita sentimentale turbolenta: dando ascolto ai consigli che il padre le aveva dato quando era ancora una bambina, la ragazza infatti rifiuta qualsiasi relazione seria limitandosi a una lunga sequela di rapporti occasionali, scelta che la mette spesso in contrasto con la sorella minore che invece si è costruita una famiglia felice. Un giorno Amy si vede affidare un articolo sul medico Aaron Conners, specializzato nella cura di diverse star dello sport. L'uomo inizia ad affezionarsi a lei e Amy sembra ricambiare il sentimento, andando però incontro a dubbi e paure sul proprio futuro. Un vero e proprio ciclone di comicità . Non si può definire altrimenti la strabordante presenza di Amy Schumer, attrice che incarna in un corpo leggermente sovrappeso gli istinti più puri del genere. Un disastro di ragazza è un film che vive soprattutto sull'interpretazione della sua protagonista, che si ritaglia gag e battute davvero ispirate e più cattive della media, andando a sferzare con lingua tagliente il tipico buonismo americano. Per oltre novanta minuti la visione vive su un ritmo incessante di piacevole cinismo, rallentando la sua irrefrenabile corsa nella mezzora finale nella quale, com'era comunque prevedibile, fa capolino la classica retorica romantica figlia dell'annunciato happy ending. Apatow firma in ogni caso uno delle sue opere recenti più riuscite, garantendo per buona parte del minutaggio una calibrata gestione dei tempi e lasciando il giusto spazio ai personaggi secondari e ai camei d'eccezione, tra i quali spicca quello di un John Cena in un ruolo autoironico di rara efficacia.