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Quo vado?

29/12/2015 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Quo vado?

Il nuovo film di Checco Zalone, un elogio del "posto fisso"

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Checco (Checco Zalone) vive con i genitori in una piccola provincia della Puglia in attesa di ottenere il “posto fisso”. La speranza sembra diventare reale quando viene assunto nell’ufficio provinciale Caccia e Pesca ma un taglio della pubblica amministrazione inceppa il suo piano. Così, la spietata dirigente Sironi (Sonia Bergamasco) mette Checco di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa. Per costringerlo a dimettersi, la dirigente arriva a mandarlo al Polo Nord. Qui, Checco sta per rinunciare quando conosce Valeria (Eleonora Giovanardi), una ricercatrice che studia gli animali in via d’estinzione.


La nuova pellicola interpretata dal comico Checco Zalone e diretta da Gennaro Nunziante invaderà le sale italiane all’inizio del nuovo anno. Quo vado? descrive il mito e l’epopea del posto fisso in ottantasei minuti di girato che racchiudono le difficoltà del mondo del lavoro, dove la sicurezza non c’è mai e si vive con l’ansia e la pretesa di un impiego anche a costo di giocarsi la carta della raccomandazione. Vengono messi sul piatto vizì e (poche) virtù dell’Italia di oggi attraverso l’ironia e la verve di Zalone, che ricorre al politicamente scorretto per far ridere e sintetizza - ancora una volta - le aspirazioni dell'italiano medio, capace di emozionarsi solo per Al Bano e Romina a Sanremo. In barba a ogni forma di etica o morale. Solo quando gli eventi portano il protagonista all’estero, per lui cominciano le difficoltà di adattamento. E persino rispettare una fila al supermercato può essere una novità. Checco incarna quel fare italiota che permette di passare sopra a ogni cosa perchè è la prassi; il non stupirsi più di nulla, l’affrontare piaghe sociali come l’immigrazione e la politica abitativa con la stessa leggerezza di un talent show. Italia vs Mondo: come siamo e come ci vedono. Questa dicotomia e linea di demarcazione adotta i canoni della commedia dissacrante. Quella che non ha paura di fare una battuta scomoda o pungente, senza mai però risultare volgare o di cattivo gusto. Una comicità capace anche di toccare temi delicati con il giusto taglio.


Nunziante dirige un film vivace e divertente, che merita una nota particolare per la scelta delle diverse location utilizzate: si passa dal Polo Nord all’Africa, ritornando poi in Puglia. Tre luoghi distanti che diventano un collante armonico grazie alla sagacia del comico protagonista, capace di cogliere ogni aspetto con l'esilarante efficacia disarmante. Un film per iniziare l'anno con una risata, che mostra lo Stivale nel suo interno più recondito e oscuro, evidenziando il marcio di certe dinamiche che popolano ogni ufficio, senza paura e con la consapevolezza di divertirsi. Perchè essere italiani, tutto sommato, non è così male.


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