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Constantine

04/03/2016 12:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Constantine

Era il 2005 quando Francis Lawrence, dopo aver firmato svariate collaborazioni videoludiche che ne avevano evidenziato le poliedriche capacità artistiche, sancì

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Era il 2005 quando Francis Lawrence, dopo aver firmato svariate collaborazioni videoludiche che ne avevano evidenziato le poliedriche capacità artistiche, sancì il suo esordio in cabina di regia con il demoniaco Constantine. Prima di accaparrarsi l'autorialità degli ultimi capitoli della saga di Hunger Games, infatti, egli venne scelto per realizzare un impetuoso adattamento cinematografico del fumetto Hellblazer, disegnato da John Ridgway e pubblicato da Vertigo nel 1988.


John Constantine (Keanu Reeves) è un uomo cinico e disincantato che possiede l'incredibile capacità di individuare gli angeli e i demoni che si nascondono tra gli umani. Da bambino, sentendosi rifiutato dagli amici e dai genitori poichè ritenuto pazzo, tentò il suicidio e passò due minuti all'inferno in compagnia dei dannati. Salvato per miracolo, da allora, John non può più fingere di non vedere l'oscurità che circonda il mondo e, per espiare alla sua colpa, si diletta a riportare nell'oltretomba tutti gli spiriti maligni che deturpano la Terra. Quando la detective Angela Dawson (Rachel Weitz) gli chiede aiuto per scoprire il vero motivo che ha indotto la sua gemella a suicidarsi, l'uomo scopre che il figlio di Satana, aiutato dai suoi più fedeli servitori, si sta preparando per compiere qualcosa di così clamoroso da superare le gesta di Lucifero...


John Constantine non è il paladino mascherato che il mondo sognava ma, sicuramente, il protettore di cui aveva bisogno. Forte di un marcato potere extrasensoriale, possiede dalla nascita la capacità di percepire la presenza del bene e del male sulla terra e, quindi, viene trattato e considerato da sempre come un outsider. Disilluso da un'esistenza vissuta all'insegna della solitudine e della deriva, infatti, egli vive le giornate come se fossero tutte copie sbiadite di un originale deforme. Per non tradire lo spirito della storia originale, gli sceneggiatori Kevin Brodbin (Nella mente del serial killer) e Frank A. Cappello (Cose dell'altro mondo) tratteggiano il protagonista in modo irruento, eccentrico e anticomformista, portandolo costantemente a mettere in discussione tutto ciò che lo circonda. Detentore di una schietta visione nichilista dell'esistenza umana, si presenta come l'antieroe per eccellenza: egoista, egocentrico e superomistico, eppure, carismatico. Lawrence ne segue le imprese fotogramma dopo fotogramma, le immortala e le arricchisce con virulenti movimenti di macchina da presa e con scenografie policrome e fumettistiche che sembrano inglobare voracemente il personaggio. Ne sposa inoltre le ansie, ne assimila le ossessioni e rivela presto di averne accettato anche le paure più profonde, finendo per farle completamente sue. Dannunziano nell'anima ma gotico nello stile, dunque, Constantine si delinea come l'apoteosi ironica e apocalittica della sempiterna lotta tra bene e male.


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