Ci mette pochi minuti Eric Besnard, regista e sceneggiatore di questo Ca$h, a declinarci tutti i film cui fa riferimento nella sua opera seconda (il suo film d'esordio è Le sourire du clown, datato 1999 e inedito in Italia); ma fra una Stangata e l'altra, la vera ossessione del regista transalpino sembra essere la trilogia degli Ocean firmata da Steven Soderbergh. Ca$h, in effetti, ne ricicla pressoché la totalità degli stilemi (attori, stile visivo, colonna sonora), magari focalizzandosi meno sul lato caper (l'allestimento e la messa in atto della rapina) e concentrandosi di più sulle psicologie dei personaggi. Per la maggior parte della sua durata, quindi, Ca$h si prodigherà nel raccontarci la storia del suo protagonista, il suo oscuro passato (l'uccisione del fratello, truffatore come lui) che ne spiega la sete di vendetta. Ed anche l'eterogenea rete di rapporti che pre-esiste o finisce per crearsi fra i vari personaggi raccolti da Maxim (Jean Reno) per una grande rapina in un hotel sito nella Costa Azzurra. Ma se Besnard non è Soderbergh, va da sé che Ca$h non è Ocean's Eleven bensì la sua copia sbiadita. Il confronto punto-per-punto sarebbe di una crudeltà che non ci appartiene; limitiamoci ad osservare come sia quantomeno pretenzioso realizzare un film simile senza l'apporto di attori di carisma (Jean Reno escluso: l'unico membro del cast che sembra a suo agio, ça va sans dire), affidandosi piuttosto ad un'escalation di colpi di scena che rimescolano sempre più le carte fino a rendere il tutto quasi indigeribile.