Jean Gabriel (Lucien Jean-Baptiste), di origine antillana e trapiantato in Francia, è sposato con tre figli. La sua famiglia vive da tempo in ristrettezze economiche e Jean invece di darsi da fare per trovare un posto fisso, passa buona parte della giornata al bar bevendo e sperperando tutti i suoi risparmi alle corse dei cavalli. La moglie Suzy (Anne Consigny) si lamenta spesso della condotta del marito e la situazione sembra giungere ad un punto di rottura quando un giorno Jean promette ai suoi figli di portarli in vacanza sulla neve, come usano normalmente i bianchi. Dopo aver racimolato un po’ di soldi e raccolto attrezzature di fortuna, Jean parte con i figli e la madre completamente sprovvisto di ogni tipo di esperienza sia sulla neve che come padre. Non immagina nemmeno le rocambolesche disavventure che di lì a poco gli capiteranno. La Première Etoile è il primo lungometraggio diretto dall’attore e doppiatore Lucien Jean-Baptiste, già campione di incassi in Francia (dove è uscito nel marzo 2009), vincitore del Gran Premio della Giuria e del Premio del Pubblico al Festival International de Comédie de L’Alpe d’Huez e candidato al Cèsar come miglior opera prima. Scritto dallo stesso regista in collaborazione con la produttrice Marille-Castille Mention-Schaar, il film nasce in realtà dall’esperienza autobiografica dello stesso Jean-Baptiste, immigrato in Francia negli anni ’60, che ricorda come all’età di quattordici anni sua madre portò tutti i suoi figli in vacanza sulla neve per non farli sentire diversi rispetto ai loro coetanei bianchi. Piacevole commedia a tratti dolceamara, non scevra da luoghi comuni, La Première Etoile, passando per le problematiche razziali, affronta il tema universale della famiglia con riscontri perfettamente attuali, nonostante la sceneggiatura sia ambientata negli anni ’80. Jean-Gabriel vive il complesso di chi, solo nel momento in cui si trova al di fuori del suo paese d’origine, si rende conto di essere nero e deve fare i conti sia con una società perbenista che conserva ancora vecchi pregiudizi, che con un ambiente culturale totalmente diverso, al quale cerca di conformarsi. Gli episodi di discriminazione vengono raccontati in maniera leggera e ironica spesso facendo uso di gag che non mancano però di suscitare numerosi spunti di riflessione. Ma oltre ai contrasti fra bianchi e neri, il film si sofferma principalmente sull’importanza della famiglia, i cui equilibri sono continuamente minati ma che sempre si ristabiliscono grazie all’amore dei suoi componenti, o ad alcuni personaggi che fanno da collante. Tra questi la nonna Bonne Maman (Firmine Richard), protagonista di alcune delle scene più divertenti del film e allo stesso tempo principale rappresentante dello spirito nostalgico e delle sofferenze degli immigrati (non è un caso che sia lei ad intonare La Montagne di Jean Ferrat). La Première Etoile, distribuito in Italia da Nomad in quaranta copie, potrebbe essere una commedia di non facile comprensibilità per il cinema nostrano, non particolarmente predisposto ai film sul métissage, ma forse proprio la freschezza e delicatezza con la quale tratta determinate argomenti potrebbero essere validi strumenti di penetrazione.