Zeki Müller, ex ladro e galeotto, improvvisatosi insegnante del liceo, è sopraffatto dai ritmi lavorativi del suo nuovo lavoro e sta pensando di mollare tutto, nonostante le insistenze della sua collega e compagna Elisabeth. Quando riceve una missiva da un suo ex socio-criminale, l'uomo entra in possesso di un ingente quantità di diamanti che decide di nascondere momentaneamente all'interno di un peluche. Peccato che questi venga donato da Elizabeth per un progetto di beneficenza in Thailandia. Zeki decide così di tentare il tutto per tutto per recuperare la refurtiva, costringendo i vertici scolastici ad organizzare l'imminente gita scolastica proprio nel Paese asiatico. Ma quando per un diabolico scherzo ai controlli aeroportuali Elisabeth viene accusata di terrorismo e quindi impossibilitata a partire, il professore per caso si troverà a gestire da solo per tutta la vacanza gli irrequieti studenti della sua scalcinata classe. Dopo il clamoroso successo in patria del primo episodio ecco arrivare, a solo due anni di distanza, Fuck You Prof! 2, seconda (dis)avventura vedente per protagonista l'ex criminale riciclatosi insegnante. In quest'occasione l'ambientazione si sposta per la maggior parte della vicenda in quel della Thailandia, permettendo al registro narrativo di orchestrare gag sulle varie differenze culturali e incomprensioni di sorta, dando un po' di pepe ad una sceneggiatura altrimenti abbastanza elementare nel suo mix di commedia facilotta e filo demenziale e buoni sentimenti. Un sequel che, tolti gli affascinanti paesaggi del Paese asiatico, nulla toglie e aggiunge ad una struttura filmica che guarda principalmente ad un pubblico di teenager, a cominciare dalle rappresentazioni volutamente stereotipate e condotte all'eccesso del gruppo di giovani studenti protagonisti, per la maggior parte ritornanti dalla pellicola originale. La simpatia non manca di certo, complice anche la buona alchimia tra gli interpreti e il magnetismo del belloccio professore interpretato nuovamente da Elyas M'Barek, ma l'eccessiva durata (si sfiorano le due ore) e la presenza di una fastidiosa e scontata retorica, già presente nello scorso titolo, smorzano parzialmente la carica irriverente che traspare in alcuni passaggi. Tra improbabili riassunti del Faust, scorribande nei night club, risse e rivalità con la classe "gemella" e problemi sentimentali dei diversi alunni (su cui spicca per contagiosa stupidità la figura della bionda Chantal) le occasioni di divertimento certamente non mancano ma l'impressione che si lanci il sasso per poi nascondere la mano è ben più che fondata.