Tutti abbiamo imparato ad amare Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill per il loro ruolo da assoluti protagonisti di Star Wars, senza naturalmente dimenticare comprimari di lusso. Ma quanti conoscono quegli interpreti minori o semplici comparse che presero parte a uno dei film più visti e venerati dell'intera storia del cinema? Tolti i fan più accaniti della saga (come dimostrato dai minuti finali del titolo di cui ci accingiamo a parlare) nessuno ha idea dei volti e delle voci che hanno contribuito alla creazione del background umano (e alieno) della visione partorita nel 1977 da George Lucas. Il regista Jon Spira, al suo secondo documentario dopo l'inedito Anyone Can Play Guitar (2009), ha deciso di raccontarci così la storia di chi è rimasto nell'ombra, potendo contare anche sulla partecipazione in veste di intervistati di David Prowse e Jeremy Bulloch, rispettivamente interpreti di Darth Vader e Boba Feet. Finanziato tramite la piattaforma di crowdfunding Kickstarter, Elstree 1976 non è altro che una raccolta di interviste, proposte in alternanza, a dei membri del copioso cast della trilogia originale che, tra aneddoti personali e ricordi dal set, ripercorrono sia la genesi dell'opera sci-fi che i passaggi della loro vita personale, prima e dopo l'uscita di questa nelle sale. Un documentario che ha sicuramente dei limiti evidenti in una gestione totalmente impersonale della messa in scena, con gli interpellati che raccontano la loro esperienza e immagini e video di repertorio a trasportarci dentro le riprese, con tanto di fotogrammi scelti ad hoc per mostrare le loro spesso brevissime apparizioni all'interno del film. Questa stile volutamente asettico contribuisce però a rendere l'operazione una rispettosa operazione malinconica che si concentra sugli uomini in quanto tale, con le confessioni di rimpianti e sogni mai realizzati anche nel caso di carriere più fortunate rispetto alla gente comune: da chi ha continuato a fare l'attore, a teatro o in piccoli ruoli per il grande schermo, a chi ha aperto un ristorante o chi senza successo ha tentato di sfondare nel mondo della musica, i cento minuti di visione acquistano così un sapore genuino e sincero più che apprezzabile, includendo nella mezzora finale resoconti video di partecipazioni alle convention in giro per il mondo e dimostrazioni dell'affetto degli appassionati rivolto anche per l'appunto alle semplici "seconde o terze linee".