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Allied - Un'ombra nascosta

06/02/2017 12:00

Aurora Tamigio

Recensione Film,

Allied - Un'ombra nascosta

Robert Zemeckis dirige Brad Pitt e Marion Cotillard in una spy story classica

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Max Vatan e Marianne Beausejour si conoscono a Casablanca nel 1942 per portare a termine una missione sabotatrice e uccidere l'ambasciatore tedesco nel Marocco francese. L'operazione si trasforma in un successo, non solo professionale: Max e Marianne si sposano e hanno una bambina. Ma una misteriosa accusa, che pesa su Marianne e sul suo passato, rischia di dividere i due amanti.


Da un film che inizia a Casablanca nel 1942, diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Brad Pitt e Marion Cotillard, è lecito aspettarsi davvero molto. In fondo, da Ritorno al Futuro a The Walk, è difficile ricordare un film di Zemeckis che non sia stato un successo. E quindi eccoci davanti a una romantica spy story che si ispira a Orson Welles, Alfred Hitchcock e Michael Curtiz; un'operazione sicuramente nostalgica e citazionista che offre la possibilità al regista di cimentarsi con un genere classico, che necessita una direzione ordinata ma non per questo priva di originalità. Sul volto dei due bellissimi divi protagonisti la macchina da presa compie movimenti fantasiosi, da un'immagine specchiata ritorna su un viso, gira intorno ai personaggi, alle automobili, a case e uffici. Don Burgess, da anni direttore della fotografia di Zemeckis, ha di che sbizzarrirsi: se la prima parte del film è un vero trionfo di classicismo - la notte di Casablanca è blu, il giorno oro e la chioma di Marion Cotillard costantemente illuminata come quella delle attrici del passato - la seconda sfoggia inquadrature hitchcockiane, che seguono Brad Pitt come fosse Cary Grant e ne inchiodano ogni sguardo e gesto. È davvero difficile accorgersi, tra immagini perfette, scenografie impeccabili e costumi magnifici che, in effetti, fino a quasi mezz'ora dall'inizio in Allied - Un'ombra nascosta non succede praticamente nulla. O meglio, succede anche troppo considerando le idee poche e confuse della sceneggiatura di Steven Knight.


L'inizio dichiaratamente spy ci promette azione e intrigo, eppure le scene a Casablanca si rivelano poco più che uno sfondo per la storia d'amore tra Max e Marianne. E se i vuoti di sceneggiatura nella prima parte si seguono uno dopo l'altro (il tedesco della cabina del telefono? L'accento parigino di Max? Il suo talento come giocatore di poker?), la tiepida love story non rende giustizia al magnetismo di Marion Cotillard e relega il personaggio di Brad Pitt a un comprimario un po' goffo e poco credibile. Ma le cose cambiano del tutto nella seconda parte del film: non solo luoghi, tono e atmosfere sono diversi ma anche la storia ha ben poco a che fare con quella della prima parte. Marianne, la donna misteriosa e affascinante che dominava il primo tempo, diventa una madre modello; mentre Max è un soldato impegnato con la guerra e troppo distratto persino per l'intrigo che, suo malgrado, lo coinvolge. Qui e là, scene d'azione superflue e del tutto slegate tra loro condiscono di un po' di movimento una trama noiosa e statica, in attesa del finale: una delusione anche per i più romantici. Nella storia di Allied - Un'ombra nascosta non funziona quasi nulla. Il mix di generi, così ben riuscito esteticamente e così sapientemente gestito dalla regia, non è supportato da una vicenda altrettanto strutturata. Sembra quasi che Steven Knight abbia preso un pezzetto di alcuni tra i più celebri film della vecchia Hollywood e li abbia fusi tra loro, senza pensare al senso generale. Alla fine, una love story senza passione, un noir senza tensione e un finale da film per la tv sono tutto quello che lo spettatore porta con sé dopo la visione di questo film così splendidamente vestito, eppure così povero di idee.


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