Infedelmente tua è una sofisticata commedia del 1948 diretta da Preston Sturges. Ambientata nell’alta società newyorkese, vede come protagonista l'attore cinematografico e teatrale Rex Harrison: con la sua eleganza e l’arguto humor è noto, tra le varie pellicole, per aver interpretato il ruolo del Professor Higgins in My Fair Lady di George Cukor al fianco di Audrey Hepburn nel 1964. Alfred De Carter è un carismatico direttore di orchestra inglese acclamato in tutto il mondo. Dopo aver saputo da suo cognato dell’esistenza di alcuni documenti, stilati da un detective privato, che provano l’infedeltà della sua amatissima moglie Daphne (Linda Darnell), viene travolto dalla gelosia. Ma “the show must go on”: e così, durante il suo importantissimo concerto, ci vengono mostrate tutte le possibili reazioni di Alfred. Mentre dirige l’orchestra, l’uomo comincia a ipotizzare e ad escogitare differenti modi per vendicarsi, per incastrare l’amante di Lei e persino per perdonare la moglie. Solo a fine concerto Alfred potrà finalmente avere un reale confronto con sua moglie e, fuori dalla sua immaginazione, scoprire la verità. Infedelmente tua ruota tutto intorno al protagonista, che polarizza completamente l’attenzione dello spettatore, rendendo gli altri personaggi dei comprimari. La sua immaginazione guida l’intreccio narrativo come un treno ad alta velocità, che non ci lascia tempo e spazio per afferrare quando si tratta di realtà e quando di un altro sogno ancora. La sceneggiatura è veloce e frizzante, cinica e ironica nonostante si tratti di una commedia romantica. La freschezza dei dialoghi ricorda il magistrale Susanna! diretto da Howard Hawks nel 1938. Con inserti da slapstick comedy (la sequenza dell’incendio nell’albergo), il film si innesta su alcuni dei temi più battuti del cinema classico americano: il fraintendimento e il conflitto tra la norma e la trasgressione. Guardando Infedelmente tua, a distanza di più di 60 anni dalla sua realizzazione, ciò che chiaramente ci lascia un po’ perplessi è l’assenza di una vera e propria caratterizzazione del personaggio femminile. Inoltre, in linea con le logiche dell’epoca, il film conduce a un happy ending un po’ troppo frettoloso e smielato rispetto alla trama.