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Insospettabili sospetti

07/05/2017 10:00

Angela De Angelis

Recensione Film,

Insospettabili sospetti

Una commedia dolce come il sorriso di un nonno

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Insospettabili sospetti è il remake di Vivere alla grande, pellicola del 1979 diretta da Martin Brest con George Burns, Art Carney e Lee Strasberg. Ruota intorno a tre anziani amici di lunga data che decidono di rapinare una banca. Così come il primo film appariva perfettamente al passo con i suoi tempi, anche questo rifacimento dei nostri giorni è coerente e attuale. La sceneggiatura presta voce alle difficoltà economiche contemporanee, con riferimenti alla pressione in cui versa l’industria (tutti e tre i protagonisti sono metalmeccanici ), la bancarotta del sistema finanziario e il supporto della famiglia. Come spesso succede nel caso di remake smaccatamente commerciali, il regista Zach Braff - celebre attore di Scrubs - amplifica i toni sin dall’inizio. L’elemento comico è maggiore, i personaggi di contorno sono più strambi e le buffonate si muovono al ritmo rimbombante di una vivace colonna sonora. Anche il plot è scritto per essere il più accattivante possibile, con personaggi davvero divertenti. Perché Joe (Michael Caine), Willie (Morgan Freeman) e Al (Alan Arkin) non derubano una banca qualsiasi, e non lo fanno per divertimento: rapinano la banca di Brooklyn che li ha rovinati. Questa giustificazione "ragionevole" del crimine rende gli anziani protagonisti di un desiderio di rivalsa che è presente in ognuno di noi. Rispetto all’originale, questo remake va sul sicuro, tra buoni sentimenti e ritmo ben congeniato. Michael Caine, Morgan Freeman e Alan Arkin - tutti Premi Oscar - sono enormemente carismatici e uniti da una rara alchimia: ognuno sa esattamente cosa e quanto fare, sia individualmente che in gruppo. Michael Caine è impeccabile, abituato a interpretare ogni tipo di personaggio; Alan Arkin è causticamente e comicamente perfetto; Morgan Freeman andrebbe alla grande anche se leggesse l’elenco del telefono. L’attempato cast lavora in ogni direzione per dare linfa vitale a questi tre vecchietti bizzarri: la loro amicizia è autentica e credibile; anche più della sceneggiatura, a tratti un po' abbozzata e inverosimile. Aiutati da un esperto, Joe e i suoi compagni fanno pratica, diventando criminali professionisti in venti giorni; ma nessuno si beve davvero la storia della rapina in banca. Il maggior pregio dello script è quello di trattare i tre anziani protagonisti con grande dignità: anche quando sono oggetto di scherno vengono trattati con affetto, per il modo goffo in cui parlano o si muovono. Per la gran parte del film i tre vecchi amici complottano e fanno pratica costruendo l’alibi perfetto, mentre il regista Zach Braff ci conduce alla bizzarra scoperta delle loro famiglie e vite amorose, senza scendere troppo nei particolari. Certo si poteva evitare l’imbarazzante personaggio di Ann Margret (settantenne arrapata al limite del ridicolo) e le scene non proprio esaltanti di taccheggio e inseguimenti con mezzi per mobilità ridotta.


Ma alla fine Insospettabili sospetti è una commedia confortevole, familiare. Forse troppo commercialmente confezionata, eppure dolce come il sorriso di un nonno.


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