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Ferrari 312B

05/10/2017 11:00

Roberto Semprebene

Recensione Film,

Ferrari 312B

Il ritorno su pista di un mito della F1

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La 312B è la monoposto da Formula 1 che inaugurò una stagione di successi e soddisfazioni per la Ferrari nel 1970, grazie soprattutto al motore Tipo 001, caratterizzato da 12 cilindri contrapposti: la configurazione “boxer” che dà la “B” al nome della vettura. Progettata dal capo dello staff tecnico Mauro Forghieri, uno degli uomini di punta della storia della Ferrari, la monoposto fu guidata da Jacky Ickx, che arrivò a competere per la vittoria nel campionato ‘70 e Clay Regazzoni, che vinse uno storico Gran Premio d’Italia nel ’71. Lo spunto per il documentario, prodotto da Paolo Tarpini e affidato per la regia al giovane Andrea Marini, è dato dall’acquisto da parte di Paolo Barilla di uno dei 4 esemplari prodotti della macchina, nell’ottica di un restauro integrale che sarebbe durato due anni e sarebbe culminato nella partecipazione al Gran Premio di Montecarlo per auto storiche del 2016.


Il documentario è costituito da due filoni narrativi principali: la storia del restauro e la storia sportiva della macchina, sui quali si innestano una serie di interviste a protagonisti del mondo della Formula 1, giornalisti sportivi e meccanici. La volontà di celebrare un’automobile storica riportandola alle corse è un ammirevole iniziativa che esplicita l’amore di Paolo Farina per i motori e per la storia della Ferrari. Per quanto concerne il restauro, a risultare protagonista, oltre alla 312B, è sicuramente il suo progettista Mauro Forghieri, chiamato a dirigere i lavori e ancora capace di dimostrare il temperamento che lo fece soprannominare “Furia”.


L’opera di recupero di un pezzo quasi unico della storia dell’automobilismo è uno spettacolo affascinante e sentire il rombo del 12 cilindri a quasi 50 anni dal suo esordio nelle corse è assolutamente emozionante e la resa del rosso Ferrari è notevole nel 4K HDR di EclariColor, nuovo formato cinematografico adottato per l’occasione. Sul piano storico, le memorie di alcuni dei protagonisti dell’epoca - Jacky Ickx, Jackie Stewart e Niki Lauda - è un valore aggiunto non indifferente: permette, insieme alle considerazioni di giornalisti e meccanici, di costruire un racconto di prima mano sull’esperienza della Formula 1 degli anni ’70. Ai tempi questa disciplina era un’avventura decisamente più rischiosa di quanto fortunatamente non sia diventata oggi. In diverse forme, è la passione a guidare tutti gli intervistati.


Una serie di riferimenti alla Formula 1 nel suo insieme sono l’aspetto meno organico del progetto: l’intervista a Damon Hill o il fugace omaggio a Senna sono comprensibili ma non perfettamente calati nel contesto. Verrebbe da definirle "piccole ingenuità", non determinanti ma indicative di una costruzione complessiva che poteva essere più raffinata. Nel complesso Ferrari 312B è un docu-omaggio riuscito e interessante, per chi della Formula 1 e del mito Ferrari è già davvero appassionato.


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