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Tre uomini e una gamba

27/12/2017 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Tre uomini e una gamba

Un road movie che, 20 anni dopo, è ancora un cult

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Aldo, Giovanni e Giacomo sono commessi in un negozio di ferramenta milanese, Il paradiso della brugola, proprietà di Eros Cecconi (Carlo Croccolo). Il noto imprenditore romano ha già dato in sposa due delle sue tre figlie, rispettivamente, a Giovanni e Aldo. Ora tocca a Giacomino convolare a nozze con Giuliana, la terza figlia di Cecconi). Tutto è pronto per la grande festa: la cerimonia si terrà a Gallipoli, dove ci sarà un ricevimento con i fiocchi. Quindi, i tre amici partono da Milano alla volta della Puglia. Il lungo viaggio sarà scandito da disavventure e peripezie che metteranno il trio a dura prova. Dovranno inoltre consegnare al suocero un’opera d’arte acquistata all’asta: una gamba di legno appartenente allo scultore Garpez.


Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti nel 1997 fanno il loro esordio al cinema grazie a Massimo Venier. Tre uomini e una gamba non è altro che una summa dei loro sketch teatrali, infarcita da una trama esilarante. Il trio comico propone un road movie in cui emergono le maschere che li hanno resi famosi: dal Conte Dracula di Aldo, sino alla gag del controllore con Ajeje Bratzorf. Inoltre, nel film è presente una massiccia dose di citazioni illustri: Marrakech Express di Gabriele Salvadores è l’esempio più lampante, con quella partita di pallone Italia-Marocco rimasta nel cuore di tutti. Questo film si distingue, primo tra quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo, anche per la scelta musicale: da Samuele Bersani ai Negrita, autori e cantautori hanno caratterizzato il film scena dopo scena, mettendo emozioni in musica. Oltre ai tre divertenti protagonisti, comprimari come Carlo Croccolo e Luciana Littizzetto, astro nascente dell'universo tv Mai dire Gol, hanno saputo cogliere l’essenza del proprio ruolo restando incisivi malgrado la loro esigua presenza.


Tre uomini e una gamba rappresenta una filosofia di vita che è a cavallo fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi non troppo cresciuti. Mette di fronte responsabilità e divertimento, con il fare scanzonato di chi è capace a mescolare le carte. Siamo di fronte a una tela di emozioni e sentimenti che si completano come colori in un dipinto: per questo, a vent’anni dalla sua uscita, si parla ancora di una pietra miliare della comicità italiana. Tre uomini e una gamba si porta con sé i sorrisi e lo stupore di generazioni, che ricordano ancora a memoria ogni battuta.


Espressioni che sono entrate nel lessico comune. Che si parli di "scimmie urlatrici" nel cervello o di "dormire con la maglietta di Sforza", tutti hanno presente di cosa si tratta. E se la parola cadrega oggi è conosciuta anche da chi non è lombardo, lo dobbiamo a tre “galoppini” di un negozio di ferramenta che, loro malgrado, sanno descrivere il Simposio di Platone meglio di chiunque altro. Sicuramente questo, fra i road movie made in Italy, resta un cult. Aldo, Giovanni e Giacomo, dopo un ventennio, sono consapevoli che con quel girato hanno cambiato il cinema Italiano, la loro vita e un po’ anche la nostra di spettatori.


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