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Sherlock Gnomes

09/04/2018 11:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film, Film Avventura, Film Animazione, gnomes,

Sherlock Gnomes

Un cartone animato piacevole, ma non indimenticabile

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Se avete sempre odiato gli gnomi da giardino, Sherlock Gnomes non fa per voi. Eppure queste inquietanti creaturine, simbolo ormai del kitsch universale, hanno destato un grande interesse, soprattutto in Germania, Inghilterra e Francia. In questo ultimo paese, nel 1995, è nato un autentico Comitato di Liberazione per affrancare dai giardini i piccoli ornamenti. Alla luce del fatto che, negli ultimi due decenni, i nani di terracotta sono stati salvati, rubati, rapiti e anche impiccati, non desta stupore che nel 2011 il regista Kelly Asbury abbia dato alla luce il celebre film d’animazione Gnomeo e Giulietta, parodia dell’opera di Shakespeare. Il sequel si è fatto attendere qualche anno e il testimone della regia è passato a John Stevenson, artefice anche del riuscitissimo Kung Fu Panda.


Gli gnomi, stavolta, vestiranno gli arroganti panni di Sherlock Holmes, parodiando il carattere e le vicende dei personaggi nati fra le pagine letterarie di Arthur Conan Doyle. Gli stessi gnomi che sono stati protagonisti del film precedente, traslocano in un altro giardino. La combattiva e intraprendente Giulietta (che parla con accento siciliano) e il dolce e coraggioso Gnomeo (di calata veneta) sono ormai una coppia collaudata e ufficialmente riconosciuta. Lo scettro della cura del giardino passa ai nostri due piccoli eroi, che dovranno però fronteggiare niente di meno che il rapimento dell’intera comunità gnomica. In loro aiuto, interverrà Sherlock Holmes, insieme all’inseparabile ma bistrattato Watson, a Irene Adler, un fatale amore del passato, e a un acerrimo nemico sempre nascosto nell’ombra, Moriarty: rigorosamente tutti di ceramica. Tra situazione surreali, comiche e rocambolesche, Sherlock e la gnoma Giulietta impareranno reciprocamente l’umiltà e il rispetto per le persone amate. Gli ornamenti – che però non vogliono essere definiti tali – sono versatili e capaci di reinterpretare, a quanto pare, qualsiasi lavoro letterario e di lanciarsi in qualunque impresa. L’unica regola a cui devono attenersi è non farsi scoprire mai in movimento dagli esseri umani.


Il film dialoga con gli adulti, a cui ammicca con citazioni, parodie e battute, e i bambini, a cui presenta il vivacissimo mondo segreto delle cose inanimate. Certo, il filone gnomo da giardino oramai ha perso molto appeal e, per quanto ben sceneggiato e galvanizzato da una colonna sonora rock e coinvolgente, la ragione di esistere di Sherlock Gnomes potrebbe sfuggire a molti, soprattutto ai principali destinatari del film, i bambini. Nella versione originale i doppiatori sono attori di grande presa sulle ultime generazioni, come Johnny Depp e James McAvoy. Cartone animato divertente e piacevole, ma non indimenticabile, Sherlock Gnomes difficilmente farà parte di una trilogia.


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