Aoyama non vede l'ora di diventare adulto. Il suo passatempo preferito è fare esperimenti: quando nella piccola cittadina di provincia dove abita appaiono dei pinguini, Aoyama, insieme ai suoi amici e messo in difficoltà dai bulli della scuola quidati da Suzuki, sarà l'unico in grado di avere una risposta alle stranezze che accadono. Tratto dal romanzo di Tomihiko Morimi e animato dallo Studio Clorido, Penguin Highway racconta l'estate della maturazione del piccolo Aoyama, una sorta di Young Sheldon, troppo preso a contare i giorni che lo separano dall'agognata età adulta, per godersi l'infanzia a pieno. Aoyama passa il tempo ad analizzare il mondo e ad appuntare il risultato delle sue ricerche sui suoi quaderni. Ma il suo soggetto preferito è la “sorellona”, la sua insegnante di scacchi che lavora allo studio dentistico davanti a casa sua, ragazza strana e misteriosa con cui Aoyama passa la maggior parte del tempo: perché è l'unica con cui può parlare senza filtri; e anche per i suoi seni prosperosi, vero e proprio enigma irrisolvibile per Aoyama, i quali gli causano strane sensazioni inspiegabili con la razionalità e la matematica, suo unico metodo per relazionarsi con il mondo. L'apparizione dei pinguini attiva subito Aoyama e il suo amico Huchida, alla ricerca della misteriosa causa dell'arrivo di questi goffi animaletti. Ma non è l'unico mistero in città. La nuova compagna di classe, Hamamoto, è anche l'unica dell'età di Aoyama a riuscir a sconfiggere a scacchi e l'unica in grado a gareggiare con lui in fatto di conoscenza scientifica. Hamamoto si dedica alla ricerca quotidiana come Aoyama, e svela ai due amici la sua scoperta: una gigantesca sfera trasparente che galleggia nel vuoto all'interno di un bosco, della consistenza dell'acqua e in continuo cambiamento, che la ragazza ha denominato il mare e che tiene in constante osservazione. Che le tre stranezze siano tutte collegate? Allegra fiaba contemporanea, Penguin Highway ha in sé gli elementi sia del romanzo di formazione che del romanzo di fantascienza, misti a una tensione da thriller. Gli intrecci di indizi e di storie riescono a tenere lo spettatore attento fino alla fine della pellicola, unico momento in cui scopriremo la verità. I colori e la regia di Hiroyasu Ishida cambiano come cambiano gli animi, man mano che la situazione si fa più difficile: dalla cittadina assolata di inizio film fino ad arrivare al temporale nel momento di crisi della storia. Questa perizia tecnica, insieme alla sceneggiatura di Makoto Ueda, permette al film di decollare.