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Men in Black: International

23/07/2019 11:00

Roberto Semprebene

Recensione Film, Film Fantascienza, men in black,

Men in Black: International

L'universo MIB in salsa Marvel

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Chris Hemsworth e Tessa Thompson raccolgono il testimone di Will Smith e Tommy Lee Jones nel quarto capitolo della saga di Men in Black, proponendo al pubblico un action sci-fi con qualche spunto divertente... ma niente di davvero interessante da aggiungere ai tre precedenti capitoli. L'agente H (Hemsworth) è uno scapestrato scavezzacollo, apparentemente più muscoli e sorriso che cervello, ma con il suo mentore e capo High T (Liam Neeson) ha in passato salvato il mondo e questo sembra dargli un credito illimitato nell'organizzazione MIB. M (Thompson) è appena entrata nell'agenzia dopo essersi preparata al meglio per farne parte. I due agenti si troveranno a fare coppia in un'avventura che si dipanerà in giro per il mondo, principalmente fra Londra e Marrakesh, nel tentare di sventare una minaccia che coinvolge l’intero universo.


MIB: International presenta tutta la serie di bizzarri incontri alieni, super tecnologia e humor che siamo abituati ad aspettarci da un capitolo di Men in Black, ma forse proprio per questo non riesce a definire una propria identità e a mostrare un carisma identitario. Questo risultato incerto si deve principalmente a una sceneggiatura incapace di grandi twist narrativi, diciamo pure abbastanza telefonata e ricca di spunti non sviluppati. Una migliore gestione della storia avrebbe dato modo di sfruttare meglio anche altri personaggi della squadra, introdotti ma colpevolmente non approfonditi. Visto che nel complesso i due protagonisti, anche se un po' stereotipati, funzionano bene e che alcuni dei comprimari, su tutti il piccolo alieno Pedino, risultano a loro volta efficaci, sarebbe bastato poco per ottenere di più. Al limite, nell’ottica di un’ipotetica nuova trilogia, o comunque nell’ottica di sviluppare il nuovo impianto, dare più margine di sviluppo alle sottotrame che vengono accennate nel corso del film, ma poi puntualmente abbandonate in modo così plateale da annichilirne il potenziale.


Sul piano estetico e di mood, l'atmosfera generale è in linea con quella che ci si aspetterebbe da MIB, ad essere non all'altezza dei precedenti episodi è invece l'accompagnamento musicale, che non ha impatto sulla visione e cade rapidamente nel dimenticatoio. Con un impianto narrativo più efficace, MIB: International avrebbe sicuramente potuto dire di più... però se lo si considera come film a sé resta un cinecomic accettabile, che fa forse più il verso ai prodotti Marvel che alla sua stessa serie di appartenenza.


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