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Tintoretto - Un ribelle a Venezia

25/02/2019 11:00

Samantha Ruboni

Recensione Film,

Tintoretto - Un ribelle a Venezia

Tintoretto, il primo regista della storia

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In occasione dell'anniversario dei cinquecento anni dalla nascita, arriva in sala il 25, 26, 27 febbraio, la storia di Tintoretto, artista ribelle per eccellenza del 1500. Veneziano di nascita, non abbandonerà mai la sua città, neppure con la peste. Figlio di un tintore, da cui il soprannome Tintoretto, diventa pittore apprendendo dagli artigiani e continuando in maniera autodidatta: bottega Tiziano, vista la bravura e la paura di un possibile rivale, non lo volle a bottega. Un artista spregiudicato e inquieto con un'infinita voglia di libertà e indipendenza. Dotato di un tratto veloce e dell’abilità di lavorare direttamente su tela, Tintoretto inventa accorgimenti e artifici che diverranno importantissimi per l'arte che lo seguirà.


Entrando nella Venezia del Rinascimento, verremo accompagnati dalla voce narrante di Stefano Accorsi, all'interno dei luoghi che conservano le opere dell'artista: da Palazzo Ducale alla Scuola di San Rocco. Seguiremo quindi le vicende di Jacopo Robusti e la formazione della sua bottega che verrà portata avanti dai suoi figli. Non solo il pittore, ma anche la città viene: come una vera e propria amante, co-protagonista della storia.


Venezia messa in ginocchio dalla peste, eppure mai lasciata da Tintoretto. Venezia cupa e spettrale, come i dipinti del pittore, sempre a base scura. Tintoretto resta a Venezia per completare la sua opera massima: la Scuola Grande di San Rocco, la sua personale Cappella Sistina, un imponente ex-voto per esser sopravvissuto all’epidemia.


Un artista rivoluzionario, Tintoretto, che Sartre aveva descritto come il primo regista della storia: ed è proprio così, se guardiamo la sua costruzione dell'immagine e dell'azione, la profondità di campo, il “cinemascope”, l'immagine divisa in due parti e le soggettive. Il tutto viene confermato dalla straordinaria partecipazione di Peter Greenaway, che ci svela i segreti dello stile registico che il pittore aveva già capito.


In Tintoretto c’è volontà di emozionare, di raccontare anche il brutto e il turbamento in corpi straziati e in scene macabre; ma, allo stesso tempo, c’è anche la multiculturalità di una città come Venezia, che all'epoca era uno dei porti mercantili più potenti di Europa.


Ideato e scritto da Melania G. Mazzucco, autrice del volume La lunga attesa dell'angelo, il film vede la partecipazione di numerosi esperti e storici dell'arte: Kate Bryan, Matteo Casini, Astrid Zenkert, Agnese Chiari Moretto Wiel, Michael Hochmann, Tom Nichols e Frederick Ilchman. Inoltre, in occasione del documentario, assisteremo al restauro di due enormi tele del Tintoretto: Maria in meditazione (1582-1583) e Maria in lettura (1582 – 1583).


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