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L'implacabile condanna

21/06/2010 10:00

Francesco Lomuscio

Recensione Film,

L'implacabile condanna

Diretto dal grande Terence Fisher (autore di Dracula il vampiro con Christopher Lee) tra Gli arcieri di Sherwood (1960) e Il fantasma dell’opera (1962), L’impla

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Diretto dal grande Terence Fisher (autore di Dracula il vampiro con Christopher Lee) tra Gli arcieri di Sherwood (1960) e Il fantasma dell’opera (1962), L’implacabile condanna (1961) incarna il mito dell’uomo lupo secondo la Hammer Film, prolifica casa di produzione inglese specializzata in horror.


Ambientato nella Spagna di fine XVIII secolo, prende notevolmente le distanze dal classico L’uomo lupo (1941) di George Waggner partendo dalla figura di una giovane sordomuta: figlia del guardiano delle prigioni di un castello, viene violentata da un mendicante rinchiuso da anni in una delle torri e, fuggita, muore dando alla luce Leon, dopo essere stata trovata da un professore che vive solo con la sua governante. Sono proprio i due ad allevare il bambino che, presentando le fattezze di Oliver Reed (qui al suo primo ruolo importante) una volta cresciuto, si scopre segnato da una maledizione capace di farlo trasformare in licantropo durante le notti di luna piena.


Il mostro entra in realtà in scena soltanto nel corso della seconda parte del film, in quanto Fisher, che sembrerebbe firmare qui una delle sue opere più riuscite, costruisce efficacemente il tutto attraverso i dialoghi, concretizzando su celluloide una vicenda horror facilmente associabile ad una parabola biblica. Infatti, mentre abbiamo in un primo momento la nascita di Leon, nel giorno di Natale, preceduta da una sorta di annunciazione, non mancano parallelismi con la Madonna ed altri elementi che rimandano al cristianesimo. Fino alla spettacolare, memorabile sequenza finale con l’uomo lupo che cammina sul cornicione di un edificio, omaggiata anche da Joe Johnston nel suo Wolfman (2010) con Benicio Del Toro, non poco ispirato a questo classico da non mancare.


Classico che, fino al 2010 inedito nel mercato dell’home video, viene proposto su dvd dall’attivissima Flamingo Video, con una qualità audiovisiva impeccabile – soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che si tratta di una pellicola di quasi cinquant’anni fa – ma una povera sezione riservata ai contenuti extra (Galleria fotografica, biografia del regista e di Oliver Reed).


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