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Blindato (2009), la recensione: il thriller d'azione di Nimròd Antal sfonda il muro della noia

09/08/2010 10:00

Vito Sugameli

Recensione Film, Film Azione,

Blindato (2009), la recensione: il thriller d'azione di Nimròd Antal sfonda il muro della noia

Una squadra di ufficiali organizza un colpo contro la propria agenzia per i trasporti blindati...

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Una squadra di ufficiali organizza un colpo contro la propria agenzia per i trasporti blindati. Il programma è semplice e a prova di errore: trasportare e poi rubare 42 milioni di dollari mettendo in piedi una falsa rapina. Nelle previsioni non ci sono morti né feriti, solo un bottino da dividere in sei. Nel gruppo c'è il giovane e nuovo arrivato Ty Hackett (Columbus Short), un ex marine che ha vissuto l'inferno della guerra in Iraq e ha solo voglia di dimenticare il suo passato; ha un fratello a cui deve delle certezze, una casa e un lavoro stabile ma che non frutta abbastanza. Purtroppo nella logica disperata, quando il massimo che un uomo può dare non basta, diventare criminali non è solo una possibile strada... è l'unica scelta.

Previsto inizialmente nelle sale italiane il 4 giugno 2010, Sony Pictures ha optato per l'uscita tecnica in dvd e Blu-ray Disc il 21 luglio dello stesso anno.

Prima annunciato, poi trascurato, infine ripescato e inserito nel listino delle uscite direct-dvd, Blindato è un thriller teso e frenetico, diretto da Nimròd Antal (Vacancy, Predators) e interpretato da un cast di attori ben amalgamati e innamorati dei loro ruoli. La formula è quella tipica della rapina, il tono invece è differente: tolta l'eleganza formale e la precisione matematica delle pellicole classiche - importante qui il ruolo del direttore della fotografia Andrzej Sekula, abile nel risaltare i contrasti – è ben evidente l'ambiguità dei caratteri, la confusione, l'istinto di sopravvivenza e l'ossessione che li guida all'annullamento. La distinzione etica e la scissione visiva tra giusto e sbagliato, buono o cattivo non è così marcata: si "è" in relazione agli altri, ma a quale prezzo? In un inferno creato da loro stessi, i personaggi si trovano di fronte a un bivio che impone loro una scelta: seguire il piano a tutti i costi oppure retrocedere e togliere il sangue da sotto le scarpe. C'è chi volta le spalle per inseguire il successo e chi invece quelle spalle le utilizza per sorreggere coloro che soffrono. Anche i più determinati dovranno fare i conti con la paura, il dubbio che sia tutto sbagliato. In piena caduta libera l'unico appiglio è quindi il sentimento - forte, nel caso di Ty - nei confronti di un fratello a cui è stata tolta anche la facoltà di essere se stesso – lui writer, non può neppure imbrattare gli interni di casa con la sua arte. Da quel momento in poi inizia un gioco come quello del gatto con il topo, e come nei cartoon di Hanna & Barbera, sopravvive il più furbo, colui che sfrutta l'ambiente circostante a proprio vantaggio.

 

I punti deboli sui quali sarebbe facile scagliarsi contro sono legati al genere di appartenenza: esagerazioni, frenesia a discapito della coerenza comportamentale, attori più in ombra di altri. Il genere è quello del thriller d'azione, con inseguimenti irregolari e differenziati, applicati in ambienti claustrofobici che sembrano strizzare l'occhio ai set marci e lerci della serie Saw. Le interazioni psicologiche appaiono veritiere nei limiti del plausibile, tra alti e bassi, spezzate da sequenze mozzafiato che distolgono l'attenzione dalla sceneggiatura. Scritto da James V. Simpson, Blindato garantisce un sapore intenso e un ritmo in crescendo. È sicuramente un film che non intende sorprendere, piuttosto sfondare il muro della noia e intrattenere a cinture di sicurezza slacciate.

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