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Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese

03/01/2011 12:00

Angelica Tosoni

Recensione Film,

Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese

Anno nuovo, Stephen Frears nuovo, o meglio ennesima prova da parte del regista inglese della sua proverbiale capacità di spaziare in generi differenti (My Beaut

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Anno nuovo, Stephen Frears nuovo, o meglio ennesima prova da parte del regista inglese della sua proverbiale capacità di spaziare in generi differenti (My Beautiful Laundrette, Le relazioni pericolose, Alta fedeltà, The Queen - La regina, Lady Henderson presenta e Chéri). Tamara Drewe - Tradimenti all’inglese è una commedia rosa virata di nero, tratta dall’omonimo romanzo a fumetti di Posy Simmonds che ha funzionato da vero e proprio storyboard (ispirato a Via dalla pazza folla, opera del poeta e romanziere Thomas Hardy) per il regista.


Ambientato nel Dorset, il film racconta la storia di una giovane e affascinante giornalista che si confronta con il passato, con gli uomini, con l’amore e… con il proprio naso. Il ritorno di Tamara (Gemma Arterton) a Ewedon, paese della sua infanzia, innesca una serie di eventi che conducono ad incredibili cambiamenti in tutti coloro che hanno a che fare con lei. La sceneggiatura di Moira Buffini pare mettere in risalto il rapporto tra i protagonisti da un lato e dall’altro l’ambientazione che reca in sé il fascino della campagna in cui uomo e natura coesistono in totale armonia (di Hardiana memoria). Il plot svolta verso il tragico, ma l’ironia e il sarcasmo intessano l’intera trama, garantendo al dramma di planare nella levità e nell’humour.


Nel film, ogni personaggio acquista il giusto peso, la forza drammaturgica centrifuga raggiunge ciascuno, partendo da Tamara ed è questa la caratteristica principale dell’architettura della pellicola che con solidità progredisce verso il finale. Gustose sono le caratterizzazioni del mondo letterario. La combriccola di scrittori che, in cerca del sacro fuoco dell’arte, si rifugia presso la Stonefield Residence è un piccolo gioiello di comicità. Stephen Frears sembra essersi divertito moltissimo sia con i personaggi marginali che con i protagonisti ed è evidente che nutre un profondo affetto per tutti, anche per i più discutibili. La piccola umanità che popola il film pare elevarsi dal contesto ed evidenziarsi come specchio della nostra modernità. Un caleidoscopio di dubbi, sentimenti e contraddizioni sostiene una commedia dark che si libera dall’enfasi di Thomas Hardy e si trasforma in paradigmatico microcosmo. La miscela sapiente di scontri e incontri tra un’avvenente donna apparentemente sicura ma in realtà desiderosa di conferme e un tuttofare rustico e sentimentale, tra una signora non più giovane timorosa della propria indipendenza e uno scrittore critico ma dal cuore tenero, tra due teen ager diaboliche e una rock star superficialotta, dà vita ad un film piacevole e delizioso, esempio perfetto di cinema di cesello, curato e ben fatto.


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