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Educazione siberiana, la conferenza stampa

04/10/2016 11:50

Marco D'Amato

Intervista,

Gabriele Salvatores: «Per questo film all'estero hanno addirittura parlato di Once Upon a Time in Siberia»

Si è tenuta all'Hotel Visconti Palace di Roma, il 22 febbraio 2013, la conferenza stampa di presentazione di  a href="/recensione-educazione-siberiana.html"Educazione siberiana/a. Presenti il regista bGabriele Salvatores/b, gli attori bJohn Malkovich/b, bArnas Fedaravicius/b, bVilius Tumalavicius/b e bEleanor Tomlinson/b, gli sceneggiatori bStefano Rulli/b e bSandro Petraglia/b, lo scrittore bNicolai Linin/b e i rappresentanti di Cattleya e RAI Cinema.


pbGabriele Salvatores, è stato difficile realizzare un progetto così ambizioso e produttivamente impegnativo? Cosa ne pensa del paragone fra il suo film e C’era una volta in America di Sergio Leone?/bbr /Gabriele Salvatores: Innanzitutto volevo ringraziare Cattleya e RaiCinema. La nostra produzione ci ha permesso anche di rigirare la scena finale diversi mesi dopo la conclusione delle riprese, e questo è un segnale di fiducia importante. Abbiamo dovuto richiamare la troupe, addirittura gli attori si erano ormai tagliati i capelli, farlo voleva dire che a questo film si teneva davvero molto. Fra tutti i film che ho fatto Educazione siberiana è quello a cui sono più legato, anche se è stato un film di difficile realizzazione, e spero che abbia un buon riscontro qui in Italia. Sergio Leone è un regista che amo molto, e il mio maggiore maestro di cinema è stato il suo montatore, Nino Baragli. Mi piace tantissimo il cinema in grado di raccontare storie epiche. Per questo film all'estero hanno addirittura parlato di Once Upon a Time in Siberia.../p


p bJohn Malkovich, conosceva già le vicende storiche che fanno da sfondo al film?/bbr /John Malkovich: Sebbene sia un appassionato di storia russa, non sapevo nulla di questo tipo di comunità di criminali, quindi questo aspetto mi ha incuriosito e mi ha sorpreso. Ho letto tanti libri sull'argomento ma non avevo mai sentito parlare di questi criminali siberiani. Per il ruolo di nonno Kuzja mi sono basato soprattutto sul copione; come attore, quello che mi interessa di più sono gli aspetti pratici del mio lavoro./p


p bNicolai Lilin, quanto c'è di vero e quanto di inventato nel suo romanzo e cosa cambia nella sua trasposizione cinematografica?/bbr /Nicolai Lilin: Nel film non è rilevante l’approccio storico o realistico. Io ho realizzato un’opera letteraria basandomi su mie esperienze personali, ma non volevo scrivere un libro di saggistica. Il mio è un romanzo che trae spunto da quello che ho visto ma è sempre un'opera letteraria e come tale va vista. In Educazione siberiana ho cercato di raccontare l’esperienza vissuta da tutta la Russia nel momento del crollo dell’Unione Sovietica e delle guerre civili. La storia del romanzo e del film, però, ha un valore universale, e credo che possa adattarsi agli uomini di vari paesi./p


p bIn fase di sceneggiatura, come vi siete posti rispetto al romanzo di Lilin, che presenta una quantità estremamente ampia di materiale narrativo? E' stato ifficile scegliere le scene da escludere?/bbr /Gabriele Salvatores: Il libro contiene una grande quantità di personaggi e di aneddoti meravigliosi, ma non abbiamo potuto includere tutto. Gli sceneggiatori hanno dovuto individuare una linea narrativa ben precisa all’interno di questo mondo così articolato. Il film segue i protagonisti nel duplice cambiamento dall’infanzia all’adolescenza e dall’adolescenza all’età adulta: mi piaceva l’idea di questi due ragazzi costretti a inventarsi un futuro. La scena della giostra l’abbiamo inserita noi perché non era presente nel romanzo, e per me rappresenta il cuore emotivo del film. Ma ovviamente abbiamo dovuto operare delle scelte: nel libro c'è un ragazzino che vive in una vecchia locomotiva e per questo viene chiamato “Il Ferroviere”: mi aveva colpito ma non c'era spazio per metterlo. /p


pStefano Rulli e Sandro Petraglia: Abbiamo scelto di dare più peso al personaggio di Gagarin, al punto da renderlo il co-protagonista del film, in modo da sottolineare il tema principale della pellicola: la “crisi del senso”, soprattutto per i più giovani. Kolima esprime questa necessità di un senso attraverso l’attaccamento ai riti e alle tradizioni della comunità, mentre Gagarin va alla ricerca di un senso al di fuori delle regole della comunità. Noi abbiamo voluto raccontare proprio questo conflitto, un conflitto pervaso anche dal desiderio di ricomporre l’amicizia fra i due protagonisti./p


p bJohn Malkovich, come si è preparato per entrare nella parte del nonno Kuzja?/bbr /John Malkovich: I tatuaggi rivestono una grandissima importanza nel film. La scena della sauna ha richiesto molto tempo affinché sul nostro corpo fossero disegnati i tatuaggi, ma il risultato è stato eccellente, anche perché i tatuaggi ci raccontano molto dei personaggi. In genere sono particolarmente attento all’apparenza dei personaggi che interpreto, perché i costumi e il look sono la prima cosa che lo spettatore nota di un personaggio./p


pGabriele Salvatores: Confermo, la prima volta che John è venuto in Italia ha passato mezz’ora ad esaminare i costumi e a toccare le stoffe: la scelta dei costumi è un vero e proprio rito, soprattutto per gli attori provenienti dal teatro./p


p bEleanor, Arnas, Vilius, cosa potete raccontarci dell’esperienza sul set di Educazione siberiana? Conoscevate Salvatores prima del film?/bbr /Eleanor Tomlinson: Questa è la mia prima esperienza con il cinema italiano, ed è stato molto eccitante. Ho fatto delle ricerche sulla produzione di Gabriele Salvatores, e mi sono resa conto di aver avuto una splendida opportunità a lavorare con lui e con attori così brillanti./p


pArnas Fedaravicius: Prima di questo film non avevo mai sentito parlare di Gabriele Salvatores, e sono rimasto molto sorpreso scoprendo la dimensione del film in cui avrei lavorato. L’esperienza sul set è stata mitica e magica: con Salvatores non c’era quasi bisogno di parlare, era più importante riuscire a “sentire” il personaggio. Ho imparato moltissimo da questo film e ne sono davvero riconoscente./p


pVilius Tumalavicius: Sarò onesto: neanch’io conoscevo Gabriele Salvatores, ma sono stato molto felice di lavorare con lui. Sul set puoi commettere un sacco di errori, ma Gabriele non te lo fa mai notare in maniera plateale, non ti rimprovera mai: lui riesce a farti capire tranquillamente cosa vuole da te, perché instaura una profonda connessione con i suoi attori, e voglio ringraziarlo per questo./p


p bGabriele Salvatores, lei un Oscar l'ha vinto, come mai il cinema italiano di oggi spesso ha difficoltà ad imporsi ai festival internazionali o a riuscire a concorrere agli Oscar?/bbr /Gabriele Salvatores: L’Oscar è un premio appartenente all’industria americana, e nel corso della storia sono stati premiati anche film a mio avviso molto brutti. Abbiamo provato a mandare Educazione siberiana in concorso al Festival di Berlino, ma non ci siamo riusciti. Secondo me, comunque, il cinema italiano non dovrebbe preoccuparsi degli Oscar o dei festival, ma di realizzare film che esprimano un messaggio universale. L'Oscar è sicuramente un premio importante ma per me non è mai stato né mai sarà un obiettivo imprescindibile./p


p bC'è una battuta che secondo voi racchiude l'intero film?/bbr /Gabriele Salatores: Credo sia quella di nonno Kuzja: “Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare”. /p


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