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Split, M. Night Shyamalan: «Sono sempre stato affascinato da come la mente si può difendere verso certi trau

01/03/2017 14:04

Riccardo Tanco

Intervista,

Regista e attori raccontano il film più discusso di questa stagione cinematografica

Mercoledì 11 gennaio presso l'Hotel Principe di Savoia di Milano sì è tenuta la conferenza stampa di Split, in uscita il 26 gennaio nei cinema, nuovo film di M. Night Shyamalan. Il regista ha presentato il film e risposto alle domande dei giornalisti in compagnia dell'attore protagonista James McAvoy e della giovane interprete Anya Taylor-Joy. La prima domanda a Shyamalan non poteva che vertere sui temi di questo e degli altri suoi film. La claustrofobia, in particolare, sembra essere una costante; qualcosa che i personaggi devono affrontare. «Le limitazioni sono sempre interessanti da filmare» ha ammesso il regista «possono essere di vario tipo, possono essere limiti fisici ma anche mentali e i miei personaggi devono affrontarle come delle sfide». E incontro alle sfide va in effetti il personaggio di James McAvoy, un protagonista che soffre di disturbo dissociativo dell'identità. «Sono sempre stato affascinato da come la mente si può difendere verso certi traumi e anche il corpo come risponde. Mi interessava anche esplorare cosa succede a una persona quando subisce una delle cose più gravi possibili come un abuso e come ne reagisce».


Per Split, Shyamalan sì è ispirato alla vera vicenda di Billy Milligan, un assassino che soffriva di disturbo dissociativo dell'identità, colpevole dell'omicidio di tre studentesse. James McAvoy ha affrontato con decisione questo suo controverso protagonista: «Guardo a ogni nuovo ruolo come uno stimolo» ha detto l'attore «Ogni ruolo è difficile e ogni personaggio è difficile sia a livello fisico che psicologico». Certo, deve esserci una bella differenza tra girare film a grosso budget (come ad esempio il franchise degli X-Men) e un prodotto più piccolo come Split. «Mi piace interpretare di tutto» dice McAvoy «indipendentemente dal budget a disposizione. L'importante sono sempre le storie, ci può essere una grande storia dietro a un film dal grande budget come ci può essere con uno indipendente. Sono sempre le idee che supportano il film». L'attore ammette di affrontare ogni interpretazione lasciandosi ispirare dal ruolo stesso prima che da ogni altra cosa: «Non ho una conoscenza cinematografica vasta e non ho visto dei film per prepararmi a Split» confessa «penso parta tutto dall'ispirazione del ruolo e, se mi interessa, e dell'impegno che ci devo mettere per interpretarlo». Anya Taylor-Joy, che ha già stupito il pubblico lo scorso anno con The Witch di Robert Eggers, conferma il suo potenziale di attrice rivelazione. «Ci sono differenze tra Robert e Night, lui è molto specifico Eggers anche ma forse lasciava più andare alcuni aspetti. Su questo set mi sono sentita protetta e al sicuro». E aggiunge: «Credo di aver trovato la mia chiave come attrice e credo anche ci sia stata un po' di fortuna nell'essere stata scelta» ammette lei «Ma mi sono impegnata e ho amato molto quei personaggi e quei ruoli da interpretare». E Shyamalan conferma: «Anya è stata bravissima, ma penso che indipendentemente dall'età ci sono attori che al loro interno hanno una propria forza e sanno guardare dentro i ruoli».


Nel chiedere a M. Night Shyamalan quale secondo lui sia il suo film più sottovalutato, la risposta potrebbe sorprendere. «Credo sempre che, siccome sono io a girare i film, il pubblico si aspetti sempre un thriller o qualcosa di simile. Per questo credo che Lady in The Water, che non è per nulla un thriller psicologico ma un fantasy per ragazzi, diverso da ciò che faccio di solito, sia il mio film più personale». E della televisione, che cosa ne pensa? «La tv è cresciuta molto a livello qualitativo e anche come importanza nel mercato, che è diventato di fondamentale importanza. A differenza di un film ti dà la possibilità di esplorare personaggi ogni settimana e di avere archi narrativi più lunghi. Ho avuto una bella esperienza con Waynard Pines e ho avuto la possibilità di conoscere persone fantastiche , come ad esempio Matt Duffer e Ross Duffer che quest'anno si sono fatti conoscere con Stranger Things». Gli ultimi due film di Shyamalan, The Visit e Split, sono stati prodotti da Jason Blum. «A Jason piacciono storie originali» ha confessato il regista «cerca di produrre cose nuove e di supportare i progetti. Quando gli presenti un'idea per un film ti lascia libertà d'azione come regista e non interferisce con le scelte. Ci siamo confrontati sul set e credo ci sia stata una bella collaborazione». E i progetti in cantiere sono ancora molti. Dice Shyamalan: «Sto ancora cercando di capire cosa fare del mio cinema, l'importante è avere sempre la gioia di scrivere cose nuove e di avere il controllo sui miei progetti. Quello che mi motiva di più è sempre cercare di fare un film unico e originale». E noi gli diamo fiducia.


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