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DC vs Marvel, alla ricerca di un’identità cinematografica

18/11/2017 00:19

Roberto Semprebene

Approfondimento Film, CineComics,

DC vs Marvel, alla ricerca di un’identità cinematografica

Dopo Justice League, la riflessione è d’obbligo: qual è la direzione del cinema supereroistico?

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DC Comics è titolare di alcuni dei personaggi più iconici della storia del fumetto, ma a dispetto della rivale Marvel, sembra(va?) aver strutturato in modo meno organico le prospettive di sfruttamento di tali proprietà intellettuali.

 

La visione di Justice League ridimensiona i timori causati da altalenanti trasposizioni, fra l’ottima trilogia di Christopher Nolan, il discusso Batman v Superman: Dawn of Justice e il tutto sommato apprezzato, soprattutto grazie alla brava Gal Gadot, Wonder Woman.

 

Rimaneggiati, rivisti, rieditati: gli ultimi film DC trasmettono la consapevolezza del potenziale che potrebbero esprimere, insieme alla sensazione di non saperlo gestire perfettamente. Si intuisce una volontà di narrazione matura, figlia soprattutto della trilogia nolaniana su bBatman/b, ma al contempo anche una sorta di paura nel confermare un’impostazione “seria” per un universo immaginario che bMarvel/b ha raccontato in chiave più leggera raccogliendo grandi successi.

 

Lungo la loro storia cinematografica, i personaggi Marvel si sono complessivamente mantenuti su un piano piuttosto bidimensionale e virato all’intrattenimento facile, che ha cercato di combinare al meglio ironia e azione. L’intenzione è riuscita benissimo in alcuni casi, in particolare il primo Iron Man e la saga dei Guardiani della Galassia; meno bene in altri, i Thor in particolare.

 

In DC è palese la velleità di dare maggiore profondità e complessità ai personaggi, inserendo temi forti come substrato delle narrazioni portate su schermo. Cinematograficamente non sembra essere una scelta avventata, in fondo la chiave matura nella trasposizione dei personaggi dei fumetti ha pagato anche in casa Marvel: la declinazione di Wolverine in Logan è una delle più belle che si ricordi e la serie Netflix dedicata a Daredevil ha saputo dare spessore a uno dei personaggi storici dell’America a fumetti.

 

La sensazione, guardando in casa DC, è che la dimensione filmica sia risultata un po’ stretta ai realizzatori di questa sorta di enorme reboot iniziato con Batman v Superman: Dawn of Justice. Al pari della materia alla base di Captain America: Civil War in ambito Marvel, uscita a sua volta un po’ sminuita dall’adattamento cinematografico, la costruzione del rapporto fra i due massimi esponenti del supereroismo DC ha faticato ad adattarsi a un formato sintetico come un film dovrebbe essere.

 

Questa impressione è tanto più forte se si pensa al discreto successo delle serie televisive dedicate ai personaggi DC, da Smallville ad Arrow, passando per Flash e Gotham : la serialità televisiva si è dimostrata più adatta del lungometraggio a trasporre i contenuti di un’altra forma d’espressione seriale.

 

È una vexata quaestio, quella delle trasposizioni: come avviene con i libri, così anche per i fumetti una trattazione che si dipana per tanti numeri, spesso fondendo le conoscenze pregresse di serie diverse che si incontrano e scontrano, è materia così vasta che difficilmente si riesce a comprimere in un film, per quanto lungo.

 

In DC la scelta di rendere Batman v Superman: Dawn of Justice prologo di Justice League, anticipando la presentazione di Wonder Woman per poi procedere direttamente alla creazione della Lega senza aver dato respiro ai nuovi personaggi, ha complicato le cose.

 

Batman e Superman rimandano a varie pellicole e a una consapevolezza forte da parte del pubblico; Wonder Woman ha avuto il proprio racconto cinematografico a spiegare il personaggio; l’introduzione di Aquaman, Cyborg e Flash li ha resi giocoforza personaggi cinematograficamente più deboli. Potenzialmente molto interessanti, ma comprimari di facciata, ai quali è più difficile affezionarsi.

 

Ciononostante, Justice League è un film che dimostra di avere cuore e riesce a far passare il proprio messaggio: l’attenzione alla caratterizzazione dei personaggi e una resa estetica riuscita più di quanto non sia avvenuto in Batman v Superman: Dawn of Justice aiutano a trasmettere le paure e le incertezze delle persone dietro agli eroi, a far emergere il bisogno di condivisione, di espressione di sentimenti ed emozioni.

 

Per la prima volta Bruce Wayne è importante quanto Batman, Diana interessante quanto Wonder Woman, bSuperman/b più umano di Clark. In un mondo che non offre certezze e impone, anche agli eroi, di chiedere aiuto.

 

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