Yellow Cat: il western kazako di Adilkhan Yerzhanov
Un giovane appena uscito di galera è convinto di assomigliare ad Alain Delon e sogna di aprire un cinema nel mezzo del deserto del Kazakistan. Dovrà affrontare un gruppo di balordi, tra i quali un poliziotto corrotto e un capobanda uscito da un manga giapponese, ma alla fine troverà anche l'amore.
![yellow-cat-1599818954.jpg yellow-cat-1599818954.jpg](https://globaluserfiles.com/media/4130_eb4d6e6a2d2b09e227b7e993a866ae37430aaa29.jpeg/v1/w_0,h_0/yellow-cat-1599818954.jpg)
Western kazako, un pò Tarantino un pò Bud Spencer, Yellow cat ha gioco facile sul campo dell'estrosità, contando su personaggi a metà tra Kaurismaki e un fumetto. Il tutto ambientato poi nel mezzo della steppa russa.
Comica pulp che funziona nella prima parte, alternando violenza e umorismo, ma poi si trasforma in un road movie che si perde senza sapere più come arrivare in fondo. I cattivi latitano e la coppia abbandonata a se stessa funziona molto meno, con il finale che prende una deriva romantica. E le imagini bizzarre lasciano il posto alla ragazza con i capelli rossi, l'ombrello rosso, il palloncino rosso. Tanto amore per il cinema ma Adilkhan Yerzhanov si fa prendere la mano e finisce per infilarcene dentro un po' troppo: le icone western, le comiche di Keaton e Chaplin, il dialogo di Casinò e il balletto di Singing in the rain. Più disegnato che diretto, Yellow cat ha la sua forza nei personaggi, ma sono proprio loro che finiscono per trasformare il film in un cartoon.
The disciple di Chaitanya Tamhane in concorso a Venezia 77
«C'è chi parte con un raga della sera e finisce per cantare la Paloma» cantava anni fa con profetica ironia il nostro Franco Battiato. Succede un po' anche questo in The disciple, film musicale (ma non è un musical) sempre intonato nonostante le sue differenti voci.
The Disciple: Premio Miglior sceneggiatura
![yellow-cat-1599818961.jpg yellow-cat-1599818961.jpg](https://globaluserfiles.com/media/4130_eb4d6e6a2d2b09e227b7e993a866ae37430aaa29.jpeg/v1/w_0,h_0/yellow-cat-1599818961.jpg)
Sharad è un giovane appassionato di musica tradizionale indiana e sceglie ostinatamente di impararla a fondo. La passione ereditata dal padre è tanta ma anche le difficoltà in una Mumbai ultramoderna: ce la fa solo chi porta la musica classica su youtube, sui social, nei talent.
E infatti è proprio vincendone uno che una giovanissima cantante arriva al successo (inevitabile il pensiero a The Millionaire). Sharad rifiuterà ogni compromesso ma sarà dura per lui accettare la sua mancanza di talento e scoprire che il padre (un po' come la figura paterna in Big Fish) lo aveva cresciuto alimentando falsi miti. Viaggio musicale indiano con piglio anche documentaristico, The disciple affronta in modo mai pedante la tradizione dei raga e ci insegna qualcosa in proposito, alternando esibizioni musicali a momenti di comicità e leggerezza. Film tutto sottovoce ma i giri in moto per la città sono cinematograficamente potenti.