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Streghe contro Streghe: chi fa più paura tra il film di Nicholas Roeg e quello di Robert Zemeckis

10/11/2020 17:36

Emanuela Di Matteo

Film a Confronto, Le Streghe, Roald Dahl, Robert Zemeckis, Anne Hathaway, Angelica Huston, Nicholas Roeg ,

Streghe contro Streghe: chi fa più paura tra il film di Nicholas Roeg e quello di Robert Zemeckis

Chi ha paura delle Streghe? vs Le Streghe di Robert Zemeckis: un confronto tra i due film

 

 

 

Chi ha paura delle Streghe? vs Le Streghe di Robert Zemeckis: abbiamo confrontato queste due versioni cinematografiche del romanzo di Roald Dahl per decidere quale fa più paura delle due

 

 

La prima cosa da dire su Le Streghe è che fa paura. Che si parli del romanzo originale di Roald Dahl, uscito nel 1983; del premiato film da esso tratto nel 1990 Chi ha paura delle Streghe? di Nicholas Roeg; oppure dell'ultima versione cinematografica appena uscita di Robert Zemeckis, questa premessa è d’obbligo. Che il film, un prodotto rivolto all'infanzia, faccia paura non è certo un difetto. Lo ribadiva lo psicanalista Bruno Bettelheim nel suo celebre libro sulle fiabe: quanto sia importante che una storia per bambini contenga vari elementi, tra i quali, appunto, il fatto di incutere timore. Tutti noi siamo preda di varie paure ed esse, fin dall'infanzia, esse sono ingigantite; il mondo a un bambino appare immenso e sconosciuto, pieno di misteri. La fiaba insegna che il Male esiste - e come negarlo?  - ma che grazie ad aiuti esterni (parenti, amici, animali) e soprattutto al proprio ingegno e coraggio, possiamo cavarci dai guai e sconfiggere quel nemico che appariva tanto terribile.

 

Le Streghe sono vere, sono reali, questa è la premessa. E odiano i bambini. Li vorrebbero tutti morti, spariti, schiacciati, distrutti. Sappiamo tutti che esistono persone che, dietro una facciata apparentemente normale (se non addirittura suadente!) covano desideri di morte e di malvagità: il gracile ragazzino protagonista del romanzo di Roald Dahl e dei film a esso ispirati, quando sente queste storie raccontate dalla nonna, ne rimane giustamente colpito e impaurito. Perché sì, le streghe esistono.

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La nonnina è inglese nel romanzo e nel primo film 1990, mentre in quest’ultima opera di Robert Zemeckis appare come una dolce ed energica afroamericana della Louisiana. Mantiene il carattere eccentrico, è forte e rassicurante con il nipote. Inoltre è fonte di una sapienza che gli salverà la vita. La nonna conosce le streghe perchè ne ha incontrata una quando era bambina, la Strega Suprema, la più cattiva di tutte; nel più recente film di Zemeckis la sua malefatta consisteva nell'aver trasformato una bimba in un animale, una gallina nello specifico. Perchè le streghe, proprio come la maga Circe, amano trasformare gli essere umani in animali.

 

Il film di Nicholas Roeg è caratterizzato da colori freddi e malinconici, oltre che da un incombente e opprimente senso di ansia, che il vitaminico remake di Robert Zemeckis non conosce.

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Il film di Roeg immaginava per le malcapitate vittime una stregoneria molto suggestiva: la bambina veniva intrappolata per sempre dentro a un quadro; la si poteva vedere, prima piccola, triste e poi, dopo molti anni, anziana, sola, affacciata a una finestra del dipinto. In questi piccoli escamotages e nella lugubre e umida atmosfera anglosassone, il vecchio film giganteggia rispetto alla nuova produzione. Tuttavia Le Streghe di Robert Zemeckis ha molte frecce al suo arco. Intanto la fedeltà al romanzo originario, sia nel finale sia nell'aspetto delle streghe. Non sono solo gli effetti speciali ben riusciti, grazie alla tecnologia più avanzata, a rendere il film efficace, ma l'evidente e felice sforzo di avvicinarsi il più possibile all'idea di Roald Dahl. Le streghe avevano gli artigli, qui hanno delle mani deformi simili a quelle di un tirannosauro o di un predatore, quale in effetti sono. Piccola nota personale: le polemiche scaturite dal presunto carattere offensivo di tale raffigurazione nei confronti di persone affette da disabilità fisica non hanno particolare ragion d’essere e appaiono piuttosto pretestuose, in ogni caso Warner Bros. si è scusata prontamente. Il buon senso di saper distinguere una rappresentazione fantastica, quando ce la si trova davanti, non è di questa epoca.

 

Veniamo al confronto tra le due streghe protagoniste. Nel 1990 Angelica Huston è una strega di rara bellezza e malvagità assoluta; rivaleggia alla pari – quasi – con Anne Hathaway, che ce la mette tutta per essere davvero orrenda. Hathaway è aiutata dall'effetto speciale della bocca iperdentata e da un deliziosamente divertente accento straniero, che gioca sull'equivoco delle parole e sulla costruzione cantilenata della frase, discretamente reso dalla traduzione italiana.

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Insomma: Le Streghe di Robert Zemeckis, nonostante il predecessore illustre e quasi inarrivabile, se la cava bene, diverte e spaventa. Ed è questo l'importante, no? Che la sera i vostri pargoli, subito dopo la visione del film, vi chiedano se per favore li potete accompagnare in bagno, preferibilmente con ogni luce accesa. Di certo però, non accetteranno più caramelle - e neppure amicizie sui social - dagli sconosciuti.

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