L’amica geniale è l’adattamento del romanzo di Elena Ferrante, autrice brillante nel raccontare la vita e i pensieri delle donne in tutte le sue forme. In questo caso narra di Lila e Lenù, nate entrambe a Napoli ma condannate a destini diversi: Lenù riuscirà a lasciare la terra natia grazie allo studio, mentre Lila resterà nel rione. I libri ci raccontano della loro infanzia e della loro vecchiaia, dei pensieri di Lenù e della “smarginatura” di Lila.
Da quando, nel 2018, la saga de L' amica geniale è diventata un successo televisivo internazionale, non siamo più riuscite a togliercela dalla testa. Ogni anno aspettiamo una nuova stagione per il proseguo delle vite delle amiche geniali. Adesso, che siamo all’ultima, non ci resta che riguardare la storia per intero e leggere le curiosità e citazioni stagione per stagione.
Curiosità dalla stagione 1 de L’amica geniale
- In scena oltre centocinquanta attori e cinquemila comparse. Il casting è durato otto mesi, durante i quali sono stati provinati oltre ottomila bambini e cinquecento adulti provenienti da tutta la Campania. Elena Ferrante ha chiesto espressamente l'impiego di attori bambini dilettanti.
- Nel 2017 L' amica geniale è stata anche rappresentata al Rose Theatre di Londra: condensata in quattro atti dalla durata complessiva di cinque ore e mezza, la pièce è stata diretta da Melly Still.
- Tra i produttori della serie figura anche il regista di successo Paolo Sorrentino.
- Il Rione Luzzati è stato ricostruito a Caserta: le palazzine all'interno contengono solo impalcature; la facciata della chiesa è una copia di come era in quegli anni, il terrapieno è ricreato dal computer, molti oggetti di scena come la lavagna e la cattedra sono originali dell'epoca e lo sfondo che si vede dietro alle palazzine è una proiezione su pannelli.
L'amica geniale: citazioni dalla prima stagione
- Perché, se non cominciamo adesso a far vedere ai maschi che voi siete come loro, anzi siete meglio di loro, quelli vi schiacciano. E allora, facciamogli vedere che cosa siamo, facciamo rimanere il maestro Ferraro a bocca aperta.
- Le cose che non sappiamo ci fanno paura, più sappiamo le cose e meno ci fanno paura.
- Non smettere mai di studiare. Ti do io i soldi. Tu devi studiare sempre, promettimelo. - Te lo prometto. Ma ad un certo punto le scuole finiscono. - Non per te, Lenù. Tu sei la mia amica geniale. Devi diventare la più brava di tutti. Maschi e femmine.
- I sogni della testa sono finiti sotto i piedi.
- La plebe eravamo noi. La plebe era quel contendersi il cibo insieme al vino. Quel litigare per chi veniva servito per primo e meglio. Quel pavimento lurido su cui passavano i camerieri. Quei brindisi sempre più volgari.
Curiosità dalla stagione 2 de L'amica geniale - Storia del nuovo cognome
- Da questa stagione, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti (interpreti bambine di Lenù e Lila) non fanno parte più del cast regolare de L'amica geniale ma tornano come guest star.
- Durante la registrazione della nuova stagione, i genitori di Margherita Mazzucco, tenendo molto alla prosecuzione dei suoi studi, hanno fatto sì che la ragazza fosse seguita da tre ragazzi della Normale di Pisa così da riuscire a portare avanti la sua formazione scolastica.
- Gli episodi 4 e 5 (Il bacio e Il tradimento) sono diretti da Alice Rohrwacher.
Citazioni dalla stagione 2 de L'amica geniale
- Gli altri ti possono vedere e io no? - Degli altri non mi importa, di te si.”
- Lila non voleva diventare come le nostre madri e vicine di casa e parenti. Parevano aver perso i connotati femminili. Erano state mangiate dal corpo dei mariti, dei padri, dei fratelli a cui finivano sempre più per assomigliare. Quando cominciava questa trasformazione? Con il lavoro domestico? Con le gravidanze? Con le mazzate?
- Succede che vuoi bene tutta la vita a una persona e non sai mai chi è davvero.
- Sentii che tutta la mia vita era un quasi. Ce l’avevo fatta, quasi. Mi ero strappata a Napoli e al rione, quasi. Dietro a tutti quei quasi, mi sembrò di vedere come stavano le cose. Avevo ancora paura e sentivo che da qualche parte, Lila come sempre, era senza quasi.
Stagione 3 de L'amica geniale - Storia di chi fugge e di chi resta: curiosità
- Fino ad ora la regia era stata affidata a Saverio Costanzo. Da questa stagione il regista figurerà solo come produttore della serie mentre quest’ultima la dirigerà Daniele Lucchetti.
- Per rappresentare al meglio gli anni ’70, si è utilizzata la macchina a mano per pedinare gli attori e si è usata la luce naturale, tutto questo per ottenere un effetto anni ’70, appunto.
- Mentre la città di Napoli è ricostruita con effetti speciali, le scene registrate a Firenze ci mostrano la vera città, non ci sono ricostruzioni.
Citazioni dalla terza stagione de L'amica geniale
- Guardami, guardami sempre. Anche quando te ne vai via da Napoli. Così so che mi guardi e sto tranquilla.
- Il sesso mi dava piacere, e quel piacere lo desideravo, ma ero piena di ansia, sempre spaventata dalla possibilità di restare incinta o dal giudizio dei maschi. Erano loro che ti dicevano come dovevi essere e a criticarti, sia se ti tiravi indietro sia se ti abbandonavi. Si comportavano tutti come se i loro desideri dovessero essere per forza i nostri. Il risultato era che il piacere sembrava un’infelicità viziosa.
- Perché chi sono io se tu non sei brava?
- Ognuno si racconta la vita come gli fa più comodo.
- Ero voluta diventare qualcosa solo perché temevo che Lila diventasse chissà chi e io restassi indietro. Il mio diventare era diventare dentro la sua scia. Dovevo ricominciare a diventare, ma per me, da adulta, fuori di lei.
- Forse c’è qualcosa che non va nella voglia degli uomini di istruirci.
Curiosità dalla stagione 4 de L'amica geniale - Storia della bambina perduta
- Per quest’ultima stagione, la regia è affidata a Laura Bispuri.
- Fabrizio Gifuni, prima di diventare Nino Sarratore, ha interpretato Aldo Moro nella miniserie di Marco Bellocchio Esterno Notte. Interessante quindi rivedere in una scena madre della prima puntata, l’ex Presidente condannare Aldo Moro.
- La voce narrante, Alba Rohrwacher, dopo sei anni si ricongiunge con il suo corpo e interpreta Lenù.
- Prima del successo della serie, il primo libro della saga de L'amica geniale è stato regalato a Irene Maiorino (interprete di Lila in quest’ultima stagione), dalla sua amica geniale (come la definisce l’attrice) Alessia dicendole che le ricordava Lila.
- Gifuni non aveva ancora affrontato la quadrilogia di Ferrante quindi non sapeva effettivamente verso quale personaggio controverso stesse andando incontro. Dopo aver saputo l’epica che ruotava intorno a Nino Sarratore ha avuto dei dubbi chiedendosi continuamente: “Ho voglia di passare un anno di riprese in compagnia di questo individuo?”. Ha titubato soprattutto per dover essere un catalizzatore di odio.
L'amica geniale, stagione 4: le citazioni più belle
- L’amore finisce solo quando è possibile tornare a noi stessi senza timore o disgusto.
- I contorni delle cose e delle persone si spezzano come un filo di cotone. Per me è stato sempre così, una cosa si smargina si scioglie sopra un’altra e si confonde tutto insieme. Io non mi devo mai distrarre o le cose vere prendono il sopravvento e non si capisce più niente. Pensavo che fossero momenti che venivano e poi passavano come una specie di febbre di crescita. Per tutta la vita non ho fatto altro che arginare momenti come quelli. Ho un elenco di tutte le coperture che mi sono fatta per starmene nascosta. Ma non basta, la testa trova sempre uno spiraglio per guardare oltre. Il problema è sempre stato questo, la testa, io non la posso fermare. Devo sempre fare qualcosa. Devo fare, disfare, coprire, ricoprire e poi alla fine rompere, spaccare.
- I buoni sentimenti sono fragili, l’amore con me non resiste, presto si buca. Il volere bene scorre insieme al volere male. Se ti dico cose brutte, se ti offendo, tu tappati le orecchie perché non vorrei ma lo faccio. Non mi lasciare se no io cado giù.
- E io inciampavo continuamente nelle macerie che adesso erano dentro di me.
- Le bugie sono meglio dei tranquillanti.
- Sentii per la prima volta l’urto del tempo, la forza che mi stava sospingendo verso i quaranta, la velocità con cui la vita si consumava, la concretezza dell’esposizione alla morte: se sta succedendo a lei, pensai, non c’è scampo, succederà anche a me.