Presentato fuori concorso al 38° Torino Film Festival, edizione completamente in streaming a causa della pandemia, A Shot Through The Wall della regista di origini cinesi Aimee Long. Il film, del quale Long è anche sceneggiatrice, è ambientato a Brooklyn e segue l’odissea di un giovane poliziotto cinoamericano, Mike Tan (Kenny Leu): nel corso di un inseguimento in un corridoio di un caseggiato, gli scappa accidentalmente un colpo di pistola che, perforando una parete, colpisce a morte un giovane afroamericano innocente.
Sospeso temporaneamente dal corpo di polizia e mandato sotto processo con l’accusa di omicidio colposo, il giovane Mike dovrà difendersi dalle pesanti imputazioni e, soprattutto, dalle feroci accuse dell’opinione pubblica che lo incolpa di violenza e razzismo.
È ovvio che A Shot Through The Wall nasce sull’onda emotiva creata dai numerosi fatti di cronaca che hanno attraversato gli Stati Uniti, che hanno visto numerosi afroamericani uccisi nel corso di normali controlli di polizia da poliziotti violenti e razzisti. Però il film di Long va oltre, seguendo passo dopo passo la crisi personale del giovane agente, consapevole della tragedia causata dalla propria imperizia e che vede i suoi affetti: i genitori, la sorella, la fidanzata, messi a dura prova dalla sue azioni.
Girato con buona mano dalla regista, qui al suo primo lungometraggio, il film mantiene un buon ritmo per tutta la sua durata, ponendo alcuni quesiti su questioni di valore etico e morale circa i metodi utilizzati dalla polizia e circa i pregiudizi che vengono spesso fomentati nell’opinione pubblica dai vari mezzi di informazione. Anche se, in questo caso, il pregiudizio razziale del quale viene accusato Mike è completamente privo di fondamento.
Di origine cinese, Mike vive in una comunità multirazziale. Ha una fidanzata afroamericana (che lui, in un momento di disperazione, utilizza per tentare di scagionarsi dalle accuse di razzismo che vengono fatte ricadere su di lui). È quindi ben lontano dall’immagine del poliziotto che gli ultimi fatti di cronaca ci hanno restituito.
Aimee Long ci vuole mettere in guardia su quanto sia facile cadere negli stereotipi e, allo stesso tempo, su quanto importante sia l’adozione da parte delle forze dell’ordine di comportamenti irreprensibili, tali da non causare la perdita di vite innocenti.
Soprattutto in un paese come gli Stati Uniti, in cui è di scottante attualità il dibattito sull’uso improprio e indiscriminato delle armi da fuoco. Aspetto ben evidenziato dal finale del film. Alla fine, distrutto dai suoi sensi di colpa, sia Mike con i suoi affetti, sia la famiglia del giovane ucciso, saranno le vittime di un sistema degenerato e corrotto, nel quale a venire meno è proprio il valore della vita umana.
Genere: drammatico
Paese/Anno: USA, 2020
Regia: Aimee Long
Sceneggiatura: Aimee Long
Fotografia: Alexander Chinnici
Montaggio: Ian Blume, Mike Fay
Interpreti: Kenny Leu, Ciara Renée, Fiona Fu, Tzi Ma, Lynn Chen
Colonna sonora: Jon Monroe