Siamo tutti parte di un sistema universale che, in qualche modo, ci collega. È questo il messaggio che trapela da Vera de verdad, film di produzione italo-cilena diretto dall’italiano Beniamino Catena e presentato Fuori Concorso al 38° Torino Film Festival.
Vera, una ragazzina di undici anni sparisce improvvisamente durante un’escursione sulle scogliere del Mar Ligure, vicino al paese in cui vive con i genitori.
Con lei c’è solo Claudio, un suo professore: si sono recati lì insieme per spargere nel mare le ceneri dell’amato cane della ragazza. Quando l’uomo, dopo un attimo di distrazione, si volta nuovamente verso di lei, non la vedrà più. Vera è scomparsa, come se si fosse volatilizzata nel nulla.
Contemporaneamente, dall’altra parte del mondo, nel deserto cileno, Elias, un tecnico che lavora presso l’osservatorio astronomico nel deserto di Atacama, ha un infarto. Il medico e gli infermieri dell’ambulanza che lo hanno soccorso, nonostante un tentativo disperato di rianimarlo, dovranno constatarne il decesso. Tuttavia, improvvisamente, l’uomo si rianima. L’azione torna in Liguria. Le ricerche condotte alla ricerca di Vera danno esito negativo. La ragazza è sparita nel nulla. Ma dopo due lunghi anni una giovane donna si presenta ai genitori affermando di essere la figlia perduta. Il viso è diverso. L’età non corrisponde – la donna è chiaramente più grande – eppure alla fine anche i genitori Anna e Giacomo, all’inizio molto scettici, in particolare il padre, si convinceranno che quella persona è effettivamente loro figlia. Da questo momento le vite di Vera e di Elias saranno per sempre legate e connesse l’una all’altra.
Il film di Beniamino Catena, sceneggiato da Paola Mammini (Tutta colpa di Freud, Perfetti sconosciuti) e Nicoletta Polledro, utilizza la sci-fi per «cercare di parlare dell’ignoto con toni non allarmati», come dichiarato dallo stesso regista. Vera de verdad è infatti un film che esplora, sempre dalle parole di Catena, «il rapporto tra vita e morte, paura e accettazione, solitudine e unione con il Tutto».
Opera dalle atmosfere rarefatte, che vengono esaltate da una colonna sonora che predilige la componente elettronica realizzata dai Marlene Kuntz, il film si avvale di alcuni bravi attori – su tutti Marta Gastini, che dà il volto alla Vera “ritrovata” – che infondono ai loro personaggi quella fascinazione e quel senso di ignoto necessari a comunicare la tesi per cui in qualche modo, per un disegno cosmico a noi incomprensibile, tutti siamo interconnessi e non possiamo sottrarci al flusso della vita e della morte.
Genere: thriller
Titolo originale: Io sono Vera/Vera de Verdad
Paese, anno: Italia/Cile, 2020
Regia: Beniamino Catena
Sceneggiatura: Paola Mammini
Produzione: Macaia Film, Atomica, 17 Films
Distribuzione: Cinecittà Luce
Durata: 100'