Arrivato su Netflix il 24 novembre, Elegia Americana risulta fin dal principio un film fatto e confezionato per gli Oscar. La famiglia disagiata, l’attenzione per l’America “nascosta”, il romanzo di formazione, l’imbruttimento delle attrici protagoniste (Glenn Close e Amy Adams): il film sembra avere scelto con cura di raccontare tutto quello che all’Academy, ormai, sappiamo che piace. Elegia Americana pecca di superficialità e anche la storia è trita e ritrita.
Ron Howard dirige una sceneggiatura di Vanessa Taylor: la vicenda è tratta dall’autobiografia omonima di J.D Vande, bestseller del 2016. Ritrae quella parte dell’America che ha votato Trump per spiegarla, senza mai giustificarla.
Vince (Gabriel Basso) è un ragazzo cresciuto con la madre, infermiera, Bev (Amy Adams), la sorella Lindsay (Haley Bennet) e la nonna Mamaw (Glenn Close). In un continuo andirivieni di flashback tra passato e presente, Vince ci parla della storia della sua famiglia: tra litigi, dipendenze e un futuro da costruire con le proprie mani.
Ron Howard tenta un’incursione nel cuore dell’America di provincia, senza però riuscirci del tutto. Tutto è così all’eccesso che diviene di conseguenza ancora più finto di quello che appare. I personaggi di Glenn Close e Amy Adams sembrano costruiti apposta per portare le due attrici agli Oscar, con interpretazioni che devono più al trucco che ad altro: peccato, perché si tratta di due interpreti eccezionali. Pensando a chi potrebbero essere le “rivali” alla corsa più attesa - Viola Davis per Ma Rainey’s Black Bottom, Vanessa Kirby per Pieces of Woman, Frances Mc Dormand per Nomadland, Olivia Colman per The Father e Amanda Seyfried per Mank – Close e Adams non si posizionano certo con il ruolo decisivo della loro carriera. La performance di Glenn Close è quella di certo più convincente, mentre Amy Adams in alcune parti del film è completamente fuori parte.
In più, parliamo della sceneggiatura. La storia di Vince non regge: non capiamo come, da un giorno all’altro, sia arrivato a Yale; come abbia fatto a lasciarsi quella vita di disagio alle spalle, per emanciparsi dalla famiglia che finge di amare, ma che è evidente che disprezza. Elegia Americana è un film incompleto e poco sentito, ma estremamente calcolato nella forma e nei dialoghi.
Vanessa Taylor, famosa per lo script di The Shape of Water, ha dichiarato come il romanzo fosse molto controverso e difficile da rendere sullo schermo, soprattutto per la forte connotazione politica che la sceneggiatrice ha invece deciso di lasciare ai margini. Il risultato è che, così facendo, viene meno l’aspetto sociologico che si ritrova nel libro: per dare risalto alle personalità femminili e di conseguenza dare risalto alle due attrici di punta.
Elegia Americana è solo uno dei tanti film di storie vere di famiglie americane povere e senza futuro, dove il protagonista riesce invece ad avere una vita migliore. Ma almeno, di solito, in queste storie c’è il cuore, l’amore per le proprie radici. Qui, invece, anche i sentimenti che ne scaturiscono sono difficili da decifrare.
Genere: drammatico, biografico
Paese, Anno: USA, 2020
Titolo originale: Hillbilly Elegy
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Vanessa Taylor
Fotografia: Maryse Alberti
Montaggio: James D. Wilcox
Interpreti: Amy Adams, Glenn Close, Haley Bennett, Freida Pinto, Sunny Mabrey, Bo Hopkins
Musiche: Hans Zimmer, David Fleming
Produzione: Imagine Entertainment
Distribuzione: Netflix