Daria Nicolodi è stata una grande protagonista dell'horror italiano, interpretando e sceneggiando alcuni dei più seminali film del genere: la ricordiamo per il ruolo che ha avuto nel cinema, non solo come compagna di Dario Argento
Daria Nicolodi è stata la vera madrina dell’horror italiano, quello della sua stagione più gloriosa, a cavallo tra anni ‘70 e anni ’80. Da attrice, viene diretta dai massimi maestri del cinema di genere del nostro paese. Da sceneggiatrice, firma due horror seminali, tra i più influenti mai prodotti in Italia. È anche la vera ideatrice della Trilogia delle Madri. Poi sì, per poco più di un decennio è stata anche la compagna di Dario Argento e madre della sua secondogenita Asia.
Succede che Daria Nicolodi il 26 novembre 2020 muore: come titolano la maggior parte dei giornali italiani? «Morta la mamma di Asia Argento». Per caso avete letto, contestualmente alla dipartita, il giorno prima, del fuoriclasse argentino titoli come «Morto il fratello di Hugo Maradona»? Meglio stendere un velo pietoso.
Dedichiamoci invece qui a ricordare chi è stata per il cinema italiano (e non solo) Daria Nicolodi.
Non solo "la compagna di Dario Argento"
Nata a Firenze il 19 giugno 1950, nipote di Aurelio Nicolodi, il fondatore dell'Unione Italiana Ciechi, Daria si avvicina al mondo della recitazione nei primi anni ‘70, comparendo in Salomè di Carmelo Bene e come protagonista in Ritratto di donna velata, miniserie tv a tema giallo. L’anno della consacrazione è il 1975, quando partecipa a un provino e ottiene la parte di co-protagonista in Profondo Rosso. La sua Gianna è una donna terribilmente in anticipo sui tempi: indipendente, forte, testarda, riesce a mettere alle strette in più di un’occasione David Hammings. Dai, riesce persino a batterlo a braccio di ferro! Insomma, una vera giornalista d’assalto.
«Aveva una decina d’anni meno di me e mi sembrava perfetta per il film: non so se me ne innamorai prima di scritturarla o dopo, sta di fatto che da quel giorno Daria Nicolodi entrò nella mia vita» ricorda Dario Argento nella sua autobiografia. Un ricordo dolce, legato all’inizio della loro relazione sentimentale, ma anche e soprattutto del loro sodalizio artistico.
Suspiria, Inferno, Tenebre, Phenomena, Opera, La Terza Madre e ovviamente Profondo Rosso:sono i titoli che vedono Nicolodi protagonista degli incubi di celluloide di Dario Argento.
Tra gli altri maestri del genere che l’hanno diretta vi sono anche Mario Bava (Shock, da molti ritenuta la sua migliore interpretazione), il figlio Lamberto Bava (Le foto di Gioia), Luigi Cozzi (Paganini Horror, del quale scrisse anche la sceneggiatura), Michele Soavi (La Setta) e persino Enzo Castellari (Sinbad dei sette mari). Nicolodi fa incursione anche nel cinema d’autore, classicamente inteso, comparendo in Maccheroni di Ettore Scola e La fine è nota di Cristina Comencini. In tv vale la pena ricordare la sua partecipazione in L’ispettore Coliandro dei Manetti bros e nella miniserie Il mostro di Firenze, prodotta da Sky.
La Trilogia delle Madri, il capolavoro
È grazie a Daria Nicolodi che Dario Argento concepisce la Trilogia delle Madri. Dario ha questa idea: raccontare una favola nera, una versione horror di Biancaneve, ma non trova la chiave giusta per trasformarla in un film. È Daria (grande appassionata ed esperta di occultismo) a mettere tra le mani del compagno il volume Suspiria de profundis di Thomas De Quincey, in cui lo scrittore descrive i “tre dolori”, incarnazione di tutto ciò che di malvagio esiste sulla terra. Mater Sospiriorum, Mater Tenebrarum e Mater Lacrimarum.
La sceneggiatura, scritta a quattro mani dalla coppia Nicolodi - Argento, nasce così.
Daria Nicolodi collabora anche allo script di Inferno (per il quale, però, non è accreditata) e nel 1989 sceneggia con Luigi Cozzi (con cui aveva giàcollaborato per Paganini Horror) il capitolo conclusivo della trilogia, dato che l’ex-compagno non si decideva a farlo. Ci sarebbero voluti altri 18 anni per La Terza Madre, ultima collaborazione sul grande schermo tra i due.
The Black Cat - Suspiria de profundis è un film stranissimo, di difficile reperibilità (in Italia non è mai uscito), conclusione apocrifa della Trilogia delle Madri, a opera di chi quella storia l’aveva concepita sin dall’inizio.
Questa è stata Daria Nicolodi, una donna la cui carriera artistica ha avuto fortissime ripercussioni sul cinema horror non solo italiano, ma mondiale. Il fatto di essere stata legata sentimentalmente a uno dei più grandi registi del nostro cinema e avergli dato dato una figlia sono solo informazioni secondarie su questa protagonista del nostro cinema. Poco, per non dire nulla, dovrebbero avere a che fare con il ricordo che ci lascia.