La Fabbrica delle Mogli (1975) vs La Donna Perfetta (2004): un confronto tra i due film tratti dal romanzo di Ira Levin
Era il 1972 quando lo scrittore newyorkese Ira Levin pubblicava La Fabbrica delle Mogli (anche noto in italiano come La Donna Perfetta). Suoi sono i libri Un bacio prima di morire, I Ragazzi Venuti dal Brasile, Trappola Mortale e Sliver, tutti romanzi di successo dai quali sono stati tratti film, alcuni celeberrimi. I libri di Levin, oltre a essere caratterizzati da una scrittura lineare e realistica, attraverso le cui maglie analitiche si aprono squarci di lucido delirio e terrore, sono infatti già sceneggiature quasi perfette. Lo aveva capito bene anche Roman Polanski che del suo Rosemary's baby fece un capolavoro assoluto del cinema horror.
Nel 1975 il regista Bryan Forbes tentò un'operazione analoga prendendo il libro di Levin pubblicato tre anni prima, The Stepford Wives, e traendone il film omonimo. Nel 2004 Frank Oz ne avrebbe fatto un remake intitolato La Donna Perfetta. Le successive edizioni del romanzo di Ira Levin usciranno con lo stesso titolo.
Come notò lo scrittore Chuck Palanhiuk, citando Karl Marx nell'introduzione del libro, «La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa».
Infatti il primo film, La Fabbrica delle Mogli, appare come una quasi del tutto fedele trasposizione del libro, compreso l’epilogo tragico; mentre il secondo, La Donna Perfetta, con Nicole Kidman come interprete principale, è un fantasy dall'happy ending, con tanto di musica e balletti. Probabilmente una lieve tentazione sentimentale l'aveva avuta anche Forbes, inventando un vecchio amore della protagonista, che resta però solo uno spunto senza conseguenze, se non per la speranza infusa nel lettore che qualche uomo, in fondo, sia ancora capace di amare.
Di che cosa parla il romanzo di Ira Levin
La storia delle mogli di Stepford racconta la vita, mediamente felice, di Joanna: su desiderio del marito, si trasferisce con i due figli nella tranquilla ed elegante cittadina di Stepford, lontano dall’inquinamento e dal caos della metropoli. Joanna è una donna innamorata, premurosa, dedita alla cura dei figli; ma al contempo è anche intelligente, curiosa, creativa e ambisce a diventare una fotografa.
Stepford appare come una località idilliaca, immersa nel verde, dove tutto funziona alla perfezione. La donna, in modo funambolesco e imperfetto riesce a gestire l'impegnativa cura dei figli, l'amore per il marito, la sua passione lavorativa e frequenta anche qualche amicizia femminile. Ma le donne di Stepford sembrano tutte uscire da una pubblicità: sono belle, curate, perfette, asservite ai propri doveri domestici e non fanno altro che pulire casa. «Queste alacri mogli non la fan mai finita...lavorano come robot tutta la vita» mette in versi Joanna, ancora non del tutto consapevole di quel che sta accadendo.
Presto la donna vedrà cambiare da un giorno all'altro anche le sue più care amiche, come la brillante Bobbie, che perde tutto il suo umorismo e diventa uno zombie dedito a lucidare l'argenteria e paragonare un detersivo per i pavimenti all'altro. Le altre donne sono frettolose, trasandate, di malumore e vive; quelle di Stepford invece sono tutte perfette, serene ed efficienti. Cosa succede veramente all'interno del Club degli uomini, antica villa ottocentesca dall'ingresso esclusivamente maschile, del quale ogni maschio importante di Stepford deve far parte? Come mai tutte le mogli, trascorsi tre mesi dal loro arrivo, perdono ogni tratto distintivo di personalità e si trasformano in massaie perfette?
La Fabbrica delle Mogli, il film di Bryan Forbes
Forbes dirige nel 1975 un raffinato horror dallo scorrimento lento, che ben poco taglia del romanzo. Si inserisce nel contesto dei primi movimenti per la liberazione della donna e dei moti femministi, che andavano di pari passo con quelli delle Pantere Nere per l'uguaglianza razziale. Entrambi i temi sono trattati nel romanzo.
Il film di Forbes conta anche su un'eccezionale Katharine Ross. Non c'è bisogno di fare di Joanna una macchietta androgina, con capelli corti e maglioncino nero, come sarà la Kidman nel film di Oz. La protagonista del romanzo è ben resa dalla Ross come una donna normale, che non manca di femminilità e di senso materno ma che cerca solo di esprimersi ed essere felice. Gli uomini invece sono creature imperscrutabili, che si fingono padri e mariti collaborativi mentre premeditano e organizzano omicidi seriali.
La Donna Perfetta, il remake del 2004 con Nicole Kidman
La Donna Perfetta, prodotto nel 2004, appare come una commedia piacevole e dimenticabile, che edulcora, diverte e vuole fare tutti contenti. Un robot senza anima, sempre perfetto, non è forse il compagno/la compagna più ambito da coloro che non sono in grado di gestire la frustrazione, la delusione e l'andirivieni irregolare di una relazione umana vera?
Davvero i maschi vorrebbero accanto a sé delle donne sempre al loro massimo estetico, fissamente arrendevoli e servizievoli, prevedibili, robotiche e dementi?
Questa è la vera domanda che si poneva Ira Levin nel 1972 quando, sull'onda dei movimenti femministi, immaginava una perfida e silenziosa vendetta maschile. E questa è la domanda che ancora oggi dobbiamo porci noi, adesso. Ora che il virus di Stepford ha ormai invaso il mondo.