Con i cinema chiusi causa pandemia, il palinsesto natalizio che di solito arrivava in sala durante le feste ha dovuto ripiegare sui canali streaming. Così su Prime Video è arrivata la commedia 10 giorni con Babbo Natale dove Fabio De Luigi, in camper con tutta la famiglia, dà un passaggio a Babbo Natale (un Diego Abatantuono per nulla fuori parte, anzi è la vera piacevole sorpresa del film) fino al suo Villaggio in Lapponia. Netflix ha sfornato film per tutti i gusti, dal cartone in stop-motion Natale Extraterrestre a prodotti da vedere alla luce dell’albero, come Qualcuno salvi il Natale 2.
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Sky, invece, ha introdotto nel palinsesto In vacanza su Marte, con Massimo Boldi e Christian DeSica.
Parliamo di Sky. Dal momento che tra le piattaforme è quella dal prezzo più salato, almeno a rigor di logica, dovrebbe avere l’offerta qualitativamente migliore. E invece, nel 2020, mette in circolazione un film come In vacanza su Marte. Un film letteralmente inqualificabile. Perché se anche nel più povero b-movie c’è almeno una sequenza, un’idea, un’intuizione registica che salva il film… qui no.
Anno 2030. Christian De Sica deve sposarsi con la sua fidanzata Bea ma, considerando che è ancora legalmente sposato con la sua ex moglie, decide di tenere le nozze su Marte, dove non vige nessuna giurisdizione. Lì incontra per caso suo figlio, che finisce in un buco nero e invecchia sino a diventare Massimo Boldi.
In vacanza su Marte è un buco nero che ha risucchiato dentro di sé qualsiasi capacità artistica delle maestranze che vi hanno preso parte, lasciando su schermo il vuoto più assoluto. Pensare che un flm come questo abbia trovato finanziamenti e sia stato realizzato in piena pandemia, a scapito di altre produzioni che sono state accantonate o addirittura cancellate, è a dir poco avvilente. Nel 2020 abbiamo assistito a titoli italiani più o meno riusciti, da Ultras a La Belva, da Il talento del Calabrone a L’incredibile storia dell’Isola delle Rose e Il Legame. Mettiamoci dentro anche Sotto il sole di Riccione: con tutti i suoi difetti, persino lì ci sono un paio di cose azzeccate.
Forse nessuno di questi film ha centrato al 100% l’obiettivo, ma perlomeno ci hanno provato a essere competitivi, a raccontare una storia diversa. In vacanza su Marte non fa parte di essi. Non c’è nessuna parvenza di credibilità , nessun tentativo di rendere logici e coerenti (o anche solo simpatici) i personaggi o le situazioni. Non esistono i tempi comici (non è che sono sbagliati, proprio non si ha idea di cosa siano) e ogni situazione viene risolta a suon di insulti, parolacce o volgarità assortite.
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E, attenzione, nessuno ha niente contro le volgarità alla Borat: sono contestualizzate e, in fin dei conti, innocue. Quello che è inaccettabile è fomentare il populismo; alimentare gli stereotipi, i preconcetti, l’ignoranza; perpetrare l’immagine cinematografica dell'italiano cafone e arrogante.
Tutto questo è ancora più inammissibile nel 2020. Mentre l’industria, il pubblico e i fan si interrogano se nel palinsesto di Netflix debbano esserci o meno i film con Johnny Depp, noi promuoviamo un film che umilia costantemente le donne («I buchi li studio da quando avevo 15 anni»), gli anziani («Un povero vecchio. Un uomo inutile»), gli omosessuali (il penoso siparietto in cui i due protagonisti fanno gli effemminati è una cosa che nemmeno il Bagaglino trent’anni fa) e la civiltà in generale (il personaggio di De Sica che, con noncuranza, getta il cartone di un Mars Burger per terra perché non sa dove metterlo).
Massimo Boldi e Christian De Sica ormai sono i fantasmi di loro stessi: invecchiati, imbolsiti e statici. A chi si lamentava che Robert De Niro in The Irishman fosse poco credibile, consiglio la visione di In vacanza su Marte per osservare come non dovrebbe finire la carriera di un interprete. Forse il più celebre duo del cinepanettone italiano dovrebbe imparare l’eleganza da colleghi più signorili. Come Renato Pozzetto, che ha dichiarato: «Di film ne ho fatti tanti. Tanti potevo fare a meno di farli, ma tanti li ho fatti con piacere. Ma adesso il cinema non è più per me, è meglio che lo faccia qualcun altro».
Genere: commedia
Paese: Italia, 2020
Regia: Neri Parenti
Sceneggiatura: Neri Parenti, Gianluca Bomprezzi
Fotografia: Gino Sgreva
Montaggio: Luca Montanari
Interpreti: Christian De Sica, Massimo Boldi, Lucia Mascino, Paola Minaccioni, Luigi Luciano
Colonna sonora: Bruno Zambrini
Produzione: Indiana Production, Cattleya
Distribuzione: Warner Bros.
Durata: 89'