Che Robert Rodriguez abbia una doppia anima, è cosa nota. Da una parte ci sono le sue passioni, un mix di cultura pop, action, violenza, amore sconfinato per il vecchio cinema di genere e per le sue origini messicane. Frullando tutto ciò, il regista texano ci ha regalato Dal tramonto all’alba, Sin City e il sottovalutato The Faculty. Dall’altra c’è la figura del buon padre di famiglia (Rodriguez ha cinque figli), quello che ha saputo ridimensionare i propri eccessi e confezionare film per (e con) i suoi ragazzi come la saga di Spy Kids, Il mistero della pietra magica e ora We can be heroes.
Uscito il giorno di Natale come film originale Netflix, in diretta competizione streaming con Soul, We can be heroes può sembrare a una prima occhiata una versione supereroistica di Spy Kids; oppure (forse peggio!) il solito dozzinale film per famiglie infarcito di sentimenti e messaggi buonisti.
Ma è qui che We can be heroes diventa un film di Robert Rodriguez. In un mondo come il nostro esistono i supereroi: si chiamano Heroics e sono un super-team pronto a difendere la Terra da qualsiasi minaccia.
Il giorno in cui delle astronavi aliene violacee e tentacolari si materializzano in cielo, il team viene chiamato a raccolta. Ma sotto gli occhi delle telecamere e del mondo intero, gli eroi vengono catturati! Toccherà ai loro figli, riuniti in una base segreta del governo, prendere in mano la situazione, salvando i loro genitori e il pianeta.
La trama è semplice, pulita, lineare e sì, è praticamente la stessa del primo Spy Kids, ma con i superpoteri al posto dei gadget dalla OSS. Oltre a questo, però, c’è molto di più.
Innanzitutto c’è il ritorno alle origini. I supereroi nascono dai fumetti e per molti anni (al cinema fino allo Spiderman di Sam Raimi nel 2002) sono stati ritenuti «roba per bambini e ragazzi» sia nella loro versione cartacea sia nella controparte cinematografica (togliamo un secondo i Batman di Burton dalla timeline). Poi, d’un tratto, questa idea è cambiata e gli studios hanno iniziato a produrre film sempre più per adulti, dimenticando il pubblico dei giovani. Se state per dire «Ma la Marvel fa film per tutti» ricordatevi che Iron Man è un mercante d’armi, semi-alcolizzato e donnaiolo, non proprio lo stereotipo con cui un bambino può identificarsi! Ora, pensate: qual è l'ultimo cinecomic con protagonisti dei ragazzini con superpoteri? Forse solo Shazam!. E Brightburn, che però è un horror.
Invece We can be heroes punta fortissimo sul suo target, senza pensare a compiacere gli adulti.
Ha dichiarato Rodriguez: «Netflix mi hanno chiesto una serie di film originali sulla scia di Spy Kids. Film d’azione per ragazzi, non animati, che sono merce rarissima oggi». Infatti gli Heroics altro non sono che gli Avengers (con tanto di logo cerchiato, ma con l’H al posto della A), ma dopo 20 minuti di film vengono messi da parte per concentrarsi sui ragazzi. 11 ragazzi, ognuno con un proprio potere (molti dei quali abbastanza inediti), i propri problemi e la propria etnia (un vezzo di casting che non emerge mai né in dialoghi retorici, né - finalmente - è stato oggetto di sterili polemiche). Ma soprattutto ognuno con il proprio spazio.
Tutti abbiamo applaudito la capacità di gestione della coralità di Infinity War da parte dei fratelli Russo, ma Rodriguez fa la stessa cosa in 100 minuti (quasi la metà della durata di IW) e senza avere alle spalle 19 film di presentazione dei personaggi. Anzi, gli unici già noti, Sharkboy e Lavagirl (We can be heroes è uno strano ibrido tra sequel e spin-off, perfettamente fruibile anche senza aver visto Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3D, diretto da Rodriguez nel 2005) sono poco più che comparse.
Certo, essendo un film per ragazzi ci sono messaggi buonisti come l’amicizia e l’unione che fa la forza. E se pensate che siano messaggi banali ricordatevi perché la nostra generazione ha amato così tanto I Goonies, E.T. – L’extraterrestre o Explorers. Ma soprattutto il fulcro di We can be heroes è un messaggio destinato proprio agli adulti: accettate il cambiamento. Accettate il cambio generazionale. Fatevene una ragione: non sarete sempre voi i protagonisti, sappiate farvi da parte con dignità, lasciano spazio ai più giovani. Questo messaggio non è così banale e non è nemmeno così scontato da trovare in un film.
Come al solito Rodriguez si corconda di amici del calibro di Pedro Pascal, Christian Slater, Priyanka Chopra oltre che dei figli, Racer e Rhiannon, che compaiono nel film in camei. Con 44 milioni di visualizzazioni nel mondo, We can be heroes è diventato il film Netflix più visto di sempre durante le feste natalizie. Inutile dire che è già stato ufficializzato un sequel che non vediamo l’ora di vedere!
Genere: avventura, commedia, cinecomic
Paese, Anno: Stati Uniti d'America, 2020
Regia: Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Robert Rodriguez
Fotografia: Robert Rodriguez
Interpreti: Priyanka Chopra, Pedro Pascal, Christian Slater, YaYa Gosselin, Boyd Holbrook, Sung Kang, Taylor Dooley, Christopher McDonald, Akira Akbar, Haley Reinhart, Andy Walken, Andrew Diaz, Brittany Perry-Russell, Hala Finley
Colonna sonora: Rebel Rodriguez
Produzione: Troublemaker Studios
Distribuzione: Netflix
Durata: 97'