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Il silenzio dei prosciutti (1994), una parodia diventata un cult: la recensione del film di Ezio Greggio

29/01/2021 16:02

Marco Filipazzi

Recensione Film, Film Cult, Film Commedia, Film Italia, Film USA, Mustang Entertainment , Ezio Greggio,

Il silenzio dei prosciutti (1994), una parodia diventata un cult: la recensione del film di Ezio Greggio

Non solo Il silenzio dei prosciutti è un cult, ma è anche un’operazione commerciale come poche se ne sono viste in Italia

Definizione di cult: oggetto o prodotto culturale che ha acquisito valore simbolico grazie al suo grande successo e al suo carattere di esemplarità. Definizione di cult movie: film che gode di un successo duraturo presso un pubblico di appassionati. Il silenzio dei prosciutti rientra a pieno diritto in questa categoria: perciò, se non siete di questa idea, se lo considerate paccottiglia trash rasente al non-cinema (o un film che non ha diritto di esistere, men che meno di essere ricordato e glorificato) potete chiudere qui.

Perchè non solo Il silenzio dei prosciutti è un cult assoluto, ma è anche un’operazione commerciale come poche se ne sono viste in Italia, un investimento cinematografico raro nel nostro paese, oltre a essere finito addirittura nel Guinness dei Primati.

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Nel 1993 da Otreoceano spinge fortissimo la comicità nonsense e parodistica del trio Zucker-Abrahams-Zucker, che elegge Leslie Nielsen a icona del genere. Oltre un decennio di ascesa: da L’aereo più pazzo del mondo (1980) alla saga di Una pallottola spuntata (1988-1991-1994); dai due Hot Shot! (1991-1993) del solo Jim Abrahams, senza i fratelli Zucker, e Mel Brooks fino a Robin Hood - Un uomo in calzamaglia (1993).

È in questo clima di fermento che Ezio Greggio, comico e conduttore con un lunghissimo curriculum televisivo (il sodalizio con Antonio Ricci in Drive In e Paperissima, ma soprattutto Striscia la Notizia) e qualche incursione al cinema (i due Yuppies, Vacanze di Natale ’90 e ’91, Infelici e contenti in coppia con Renato Pozzetto) decide di fare il grande passo dietro la macchina da presa.

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Greggio ha frequentato per anni questo circolo di comici e maestranti e conosce alla perfezione le dinamiche dei set (lo avreste mai detto?): quindi, forte dell’amicizia e dell’appoggio del guru della commedia Mel Brooks, ma anche di Roger Corman e Dom DeLuise, debutta come regista, autore di soggetto e sceneggiatura, attore protagonista e produttore esecutivo di una vera produzione hollywoodiana, girata interamente in California, che si prefissava di parodiare nello stile i più grandi thriller made-in-USA (e non solo) da Psycho a Il silenzio degli innocenti.

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Il titolo? The silence of the hams, storpiatura di The silence of the lambs diretto da Jonathan Demme pochi anni prima.

L’idea iniziale di Ezio Greggio però era ben diversa. La sua sceneggiatura si appoggiava quasi del tutto a Psycho (il titolo provvisorio era proprio Psycho Zero) ed è solo in un secondo momento che vengono inseriti massicci riferimenti a Il silenzio degli innocenti e cenni d’attualità: come la corsa presidenziale tra Bush e Clinton, l’arresto di Hillary o il pestaggio a Rodney King.

 

A oggi il budget del film è ancora avvolto dal mistero (oscilla tra i 3 e i 6 milioni di dollari a seconda delle fonti) metà provenienti dalla casa di produzione di Ezio Greggio, la 30th Century Wolf, l’altra metà dalla Silvio Berlusconi Communications.

Il cast, eccetto lo stesso Greggio, è del tutto statunitense e a leggere i nomi c’è da impallidire e non solo per il fatto che due di essi siano dei premi Oscar: si tratta di autentici mostri sacri. Billy Zane (Ritorno al Futuro, Titanic), Dom DeLuise (il Pizza Margherita di Balle Spaziali), Martin Balsam (che riprende il personaggio del detective interpretato proprio in Psycho di Hitchcock), John Austin (il Gomez de La famiglia Addams) e Charlene Tilton (Dallas). Ma non solo: Shelley Winters, Joanna Pakula, Bubba Smith, Rip Taylor, Hanry Silva, Tony Cox, Wilhelm Von Homburg (era Vigo il Carpatico in Ghostbusters 2). E ancora: John Carpenter, Joe Dante, Mel Brooks, John Landis, Eddie Deezen.

Dicevamo all’inizio che Il silenzio dei prosciutti è entrato nel Guinness dei Primati. Ebbene, il suo record è di avere il più alto numero di registi-attori presenti in una pellicola: ben 17!

Dietro le quinte, invece, c’è lo zampino di Julie Corman (moglie del leggendario Roger) e alla fotografia Jacques Haitkin, braccio destro di Wes Craven da Nightmare a Shocker a Wishmster.

 

Ora, possiamo star qui a discutere della qualità del film quanto volete, ma la verità è che il risultato che giunge sullo schermo è perfettamente in linea con le aspettative. Una comicità nonsense, giocata sui doppi sensi e su battute che sono a dir poco stupide e illogiche (un esempio: «Ah, Jane... come mia cugina Maria!») ma che a conti fatti riescono a farti ridere. O almeno a strapparti un sorriso. E in fondo è questo il motivo ultimo per cui guardiamo un film comico, no?

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Al momento della sua uscita Il silenzio dei prosciutti viene favorito da un marketing da kolossal grazie alla potenza mediatica di Silvio Berlusconi nel 1994: quattro speciali trasmessi in seconda serata su Canale 5 con backstage e curiosità sul film oltre a una premiere nella sala 1 del Cinema Odeon di Milano che, ai tempi, per fare posto a Il silenzio dei prosciutti relega Schindler’s List, in una sala minore.

I risultati al botteghino, anche a 30 anni di distanza, restano avvolti nel mistero. Tra i riscontri ufficiali ci sono però il piazzamento al 60esimo posto tra i migliori incassi della stagione, il 28esimo tra i più noleggiati in USA nel primo weekend di marzo ’95 e il debutto in 110 sale in Italia in cui ha rastrellato 1 miliardo e mezzo di lire nel primo fine settimana. Insomma, non proprio un flop.

La critica dell’epoca si divide, ma è comunque più propensa al no che al sì; molti si accaniscono contro Il silenzio dei prosciutti, come “mossa politica” per screditare Berlusconi più che per il valore del film stesso. Quel che è certo è che, dopo qualche passaggio in tv, su Tele+ e sulle reti Fininvest, e un edizione VHS della Penta Video diventata presto un oggetto da collezione, il film è sparito dai radar, circolando solo nel sottobosco di appassionati e cultori. Fino a che, il 26 gennaio 2021, 27 anni dopo la sua uscita, la Mustang Entertainment porta finalmente il film in DVD.


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Genere: commedia

Paese, Anno: Italia/USA, 1994

Titolo originale: The silence of the hams

Regia: Ezio Greggio

Sceneggiatura: Ezio Greggio

Fotografia: Jacques Haitkin

Montaggio: Robert Barrere

Interpreti: Ezio Greggio, Dom DeLuise, Billy Zane, Joanna Pacula, Charlene Tilton, Martin Balsam, John Astin, Bubba Smith, Larry Storch, Rip Taylor, Joe Dante, Henry Silva

Colonna sonora: Parmer Fuller

Produzione: 20th Century Fox, Silvio Berlusconi Communications

Distribuzione: Penta Film, Mustang Film

Durata: 81'

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